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Ferrara film corto festival

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STANDING OVATION: I PIU’ ACCLAMATI SPETTACOLI TEATRALI DEL XXI SECOLO
“Variazioni enigmatiche” di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Glauco Mauri, Teatro Comunale di Ferrara, dal 31 gennaio 2001 al 3 febbraio 2002

La stagione di prosa 2001/2002 del Teatro Comunale si avvicina al suo giro di boa con “Variazioni enigmatiche”, del drammaturgo francese Éric-Emmanuel Schmitt (Lione, 1960), una commedia nella quale un celebre scrittore e uno sconosciuto giornalista sono alle prese con un’intervista che ben presto degenera in un duello senza esclusione di colpi. È un gradito ritorno a Ferrara quello di Glauco Mauri (Pesaro, 1930): ottimo regista e grande attore, teatrale e cinematografico, interprete di Sofocle, Shakespeare, Cechov, Brecht, per non parlare di sue magistrali performances beckettiane come ad esempio ne “L’ultimo nastro di Krapp” (1961).
Un abbozzo di trama di “Variazioni enigmatiche” è il seguente: il personaggio protagonista, Abel Znorko, premio Nobel per la letteratura, incontra nella sua casa, dalla cui terrazza si scorge la luce di un tramonto che annuncia di lì a pochi giorni la lunga notte boreale, un giornalista venuto per intervistarlo, Erik Larsen. Lo scrittore, che si è rifugiato su una piccola isola della Norvegia settentrionale e non ha quasi più rapporti con il resto del mondo, discute con l’ospite del suo nuovo recente romanzo. Circa l’ambiguo e inquietante finale, che non sveleremo, ha commentato lo stesso autore: «Ho ricevuto centinaia di lettere che ponevano tutte l’identica domanda: cosa succede dopo l’ultima battuta? La mia risposta è stata sempre la stessa: 1) non lo so, altrimenti avrei continuato la storia; 2) ho scritto questa storia proprio perché mi venga posta questa domanda, e io possa non rispondere».
È dai tempi di “Crepino gli artisti” di Kantor, o di “Glenngarry Glenn Ross” di Mamet, che non si assiste al Comunale ad una commedia di tale caratura. Il copione di Schmitt: arguto e colto, divertente e disperato, intelligente e spietato, non solo fa tesoro della lezione dei maggiori drammaturghi contemporanei, da Ibsen a Miller, da O’Neill a Beckett, ma addirittura richiama, ad esempio in passaggi come: «La carezza è un malinteso fra due solitudini», il magistero di
Shakespeare. Il tutto assemblato con un’originalità ed un’urgenza espressiva completamente autonome, spensieratamente autarchiche. “Variazioni enigmatiche”, tradotto e diretto da Glauco Mauri, per l’interpretazione dello stesso Mauri e Roberto Sturno e con le scene e i costumi di Alessandro Camera, è stata interpretata in Europa da attori del calibro di Alain Delon (in Francia), Donald Sutherland (in Inghilterra), Klaus Maria Brandauer (in Germania).

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Riccardo Roversi

È nato a Ferrara, dove si è laureato in Lettere e vive tuttora. È critico letterario e teatrale per varie testate (anche on-line) e direttore responsabile di alcuni periodici. Ha scritto e pubblicato numerosi libri: poesia, teatro, saggistica. La sua bibliografia completa è consultabile nel sito: www.riccardoroversi.onweb.it.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it