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Da agenzia stampa regione Emilia-Romagna

In netto rialzo in tutte le province, con aumenti complessivi da 1 a quasi 4 punti percentuali, anche le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge nazionale, tra cui antipertosse e antiemofilo b. L’anti morbillo-parotite-rosolia mette a segno la crescita più alta (+3,9%) assieme all’anti meningococco C, solo raccomandata. Numeri che vanno mantenuti e consolidati nel tempo

Bologna – Una copertura complessiva che tocca il 97,1%. È quella raggiunta in Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2017, tra i bambini nati nel 2016, per la vaccinazione contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B, a poco più di un anno dall’approvazione (novembre 2016) della legge regionale che ne ha introdotto l’obbligatorietà per l’iscrizione al nido. Era al 94,4% nel 2015.
Arriva al 97% anche la copertura per l’emofilo di tipo B, di poco superiore quella perla pertosse (97,3%), entrambe rese obbligatorie dalla legge nazionale; raggiunge quota 96,3% pure il vaccino contro lo pneumococco (non obbligatorio, ma solo raccomandato).

Sono questi i dati che riguardano le coperture al 12^ mese, i primi bambini ad essere interessati sia dalla normativa regionale, sia da quella nazionale. Anche prendendo in considerazione il ciclo completo (3 dosi al 24^ mese), per i bambini nati nel 2015, le coperture sfiorano comunque il 95%, la soglia di sicurezza indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Bene anche la vaccinazione (che può essere effettuata solo nel secondo anno di vita) contro morbillo-parotite-rosolia, introdotta dalla legge nazionale e arrivata a quota 91,1% (era ferma all’87,2% in dicembre 2016), che assieme al meningococco di tipo C (passato dall’87,7% del 2016 al 91,6% del 2017) mette a segno la crescita più alta: +3,9 punti percentuali.
L’aumento complessivo a livello regionale va, quindi, da un minimo di +1,5 a +3,9 punti percentuali a seconda del tipo di vaccino. In generale, le coperture vaccinali sono tornate ben sopra i valori degli scorsi anni, quando per la prima volta si scese – era il 2014 – sotto il 95%, facendo registrare minimi poco superiori all’87% in alcune zone dell’Emilia-Romagna.

Numeri illustrati oggi nella sede della Regione, a Bologna, dal presidente Stefano Bonaccini e dall’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che hanno espresso soddisfazione per i risultati ottenuti, evidenziando come l’aver giocato d’anticipo – con una legge che ha fatto da apripista a quella nazionale – abbia avvantaggiato l’Emilia-Romagna. A tutela della salute pubblica e soprattutto dei bambini più piccoli, fragili e indifesi. Ma sottolineando, al tempo stesso, la necessità di confermare e consolidare nel tempo questi dati, redendoli strutturali.

Coperture nati 2016, per provincia
Sulla base dei dati inviati dalle singole Ausl, il Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha elaborato i dati di copertura (al 31 dicembre 2017) per i bambini nati nel 2016, confrontandoli con gli anni precedenti.
La copertura della vaccinazione contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B nel 2015 era ferma al 94,4%; si è alzata al 95,8% nel 2016 ed ha raggiunto il 97,1% nel 2017, con punte particolarmente alte a Ferrara (98,8%), Parma (98,6%) e Imola (98,4%). Dati in crescita in tutte le province, anche in Romagna, che pur confermandosi l’area con la copertura più bassa, nel 2017 oltrepassa la soglia di sicurezza, toccando il 95,8% (era al 91,2% nel 2015 e al 93,8% nel 2016), ma con differenze marcate tra Ravenna (dove le coperture sono tra le più alte in regione: 98%) e Rimini, con le percentuali più basse (93,2%). La copertura contro lo pneumococco è, a livello regionale, al 96,3%; quella contro l’emofilo b al 97,0%, quella contro la pertosse al 97,3%. (vedi tabella allegata)

La scadenza del 10 marzo
La conferenza stampa anche per fare il punto su scadenze e procedure. In Emilia-Romagna tutti i minori da 1 a 16 anni che risultavano non in regola con il calendario vaccinale (anche solo per un richiamo di uno dei 10 vaccini obbligatori), hanno ricevuto dalle Aziende sanitarie una lettera con l’appuntamento fissato. Quindi tutti hanno avviato un percorso di recupero, secondo l’iter previsto dalla legge, e i recuperi sono in forte crescita, in particolare nella fascia d’età 1-6 anni. Pertanto, solo a fine anno scolastico si avrà il quadro completo dei minori non ancora in regola.
Per quanto riguarda la scadenza del 10 marzo, la legge nazionale, e le successive circolari, stabiliscono chiaramente che vale solo per coloro che hanno presentato un’autocertificazione nei termini previsti l’anno passato, cioè 11 settembre 2017 per nidi e materne e 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo. I genitori che abbiano autocertificato lo stato vaccinale dei figli oppure autocertificato di aver richiesto un appuntamento, dovranno esibire il certificato vaccinale o l’appuntamento rilasciato dall’Ausl.
Il 10 marzo, pertanto, non è la data di scadenza per controllare lo stato vaccinale e interrompere la frequenza, in quanto tutti i minori non ancora in regola sono in carico alle Ausl con il percorso di recupero già avviato.

Come vengono informati e chiamati i genitori dei bambini da regolarizzare
1) Invio di una lettera con appuntamento per eseguire le vaccinazioni mancanti (tutte già consegnate)
2) Qualora i genitori non si presentino a questo appuntamento e non forniscano alcuna giustificazione, invio di una lettera di invito ad un colloquio per fornire ulteriori informazioni sulle vaccinazioni, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno; in tal caso l’appuntamento viene fissato dopo almeno 45 giorni rispetto all’invio, per dare la possibilità ai genitori di ritirare la raccomandata nel limite dei termini previsti e per programmarsi conseguentemente
3) Qualora i genitori non si presentino al colloquio, oppure si presentino ma non acconsentano all’effettuazione delle vaccinazioni, viene avviata la procedura sanzionatoria, con formale contestazione dell’inadempienza ed invio della lettera di diffida a vaccinare il minore entro 20 giorni. Contestualmente all’invio della lettera di diffida, per i bambini nella fascia 0-6 anni, la contestazione della inadempienza viene comunicata al Servizio Educativo/Scuola per l’infanzia, sia pubblici che privati, frequentati dal minore e questo comporterà la sospensione della frequenza
4) Irrogazione della sanzione amministrativa in caso di mancata somministrazione della vaccinazione a seguito di diffida.

Attualmente le Aziende sanitarie sono, per la maggior parte, nella fase invio e gestione delle lettere di invito ai colloqui tramite raccomandata. /EC

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