Uova contaminate: la paura a tavola si combatte con la trasparenza
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Da Coldiretti
Rendere sempre più trasparente l’origine dei prodotti di tutti gli alimenti. È la richiesta di Coldiretti Emilia Romagna dopo che sono stati fatti i primi sequestri anche sul territorio italiano dopo che il nostro Paese è stato inserito tra quelli che hanno ricevuto uova dalle aziende coinvolte nello scandalo delle uova contaminate in Olanda con l’insetticida Fipronil. Se sulle uova in guscio è presente l’indicazione di origine, è però necessario – afferma Coldiretti Emilia Romagna – migliorarne la visibilità scrivendo chiaramente anche sulle confezioni e sui cartoni da dove arrivano le uova e rendere riconoscibile ogni possibile informazione ai consumatori dell’origine dei prodotti agricoli utilizzati anche nei prodotti trasformati.
Due italiani su tre (66%) sono preoccupati – secondo una indagine Coldiretti/Ixé – dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto del ripetersi di emergenze sanitarie che hanno caratterizzato l’ultimo secolo, dalla mucca pazza fino allo scandalo delle uova contaminate.
L’esperienza di questi anni – sottolinea Coldiretti regionale – dimostra che, con la globalizzazione dei mercati, le emergenze alimentari si diffondono rapidamente nei diversi continenti e che quindi le norme per favorire gli scambi commerciali soprattutto nell’agroalimentare vanno accompagnate da un impegno per il rispetto del principio della precauzione e nel rafforzamento dei controlli a garanzia della sicurezza alimentare dei cittadini, ma purtroppo non viene fatto, a partire dal Trattato di libero scambio con il Canada (CETA) in corso di ratifica in Italia.
Da tutti gli scandali alimentari – afferma Coldiretti regionale – emerge la forte necessità di una informazione corretta e tempestiva che non lasci spazio a campagne dai toni allarmistici e del tutto infondati. Oltre all’etichetta di origine in tutti i prodotti alimentari, occorre – afferma Coldiretti – togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero per consentire interventi mirati.
L’Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – con 1,7 miliardi di pezzi è uno dei principali produttori italiani di uova.
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COLDIRETTI
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