di Lorenzo Bissi
Che maestria, amico Charles, nel rendere parola l’essenza del maschile sentire, davanti alla propria Gigantessa!
Proprio nei momenti in cui siamo soli, immersi nella noia e nel tedio, siamo noi stessi ad evocarla: plasmiamo una donna splendida, voluttuosa, giunonica e afrodisiaca, maestosa, ferma nel portamento, terribile.
Davanti ad una creatura del genere non facciamo altro che rimpicciolirci fino a diventare gatti ai suoi piedi, formiche sotto i suoi piedi.
Ma in lei non può non mancare quel rassicurante istinto materno, che ci eleva a persone, ci dona la linfa vitale, ci rende eterni fanciulli.
Abbandonando le nostre membra al suo seno, cadiamo in un sonno ristoratore, guaritore, annullatore di ogni preoccupazione.
E così preferiamo rimanere in quell’ozio che viene dalle viscere, piuttosto che avvelenarci con la frenesia del mondo reale.
Buona settimana a tutti, uomini e Gigantesse!
“Al tempo che Natura, artefice indefessa,
concepiva ogni giorno qualche forma inumana,
avrei voluto vivere presso una gigantessa,
come un gatto lascivo ai piè d’una sovrana;
vederle, insieme all’anima, fiorir le membra, e farsi,
in terribili giuochi, sempre più grandi e piene;
scoprir, mirando gli occhi, d’umide brame sparsi,
se mai covi una torbida fiamma nelle sue vene;
percorrere a mio agio le sue splendide forme;
arrampicarmi in vetta al suo ginocchio enorme;
e quando le interviene sotto l’afa maligna,
di coricarsi esausta attraverso la vigna,
all’ombra dei suoi seni pigramente sognare,
come ai piedi d’un monte un gaio casolare.”
Charles Baudelaire
(La Gigantessa – Les fleurs du mal)
Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

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Redazione di Periscopio
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