Uomini e animali, politica e società… ossia le baruffe italiane
Tempo di lettura: 4 minuti
A Firenze si propone quanto segue: “Libero ingresso dei cani in uffici, negozi e spazi aperti al pubblico, con multe a chi espone cartelli con il divieto di accesso loro dedicato, lotta all’accattonaggio con animali e al traffico illegale di cuccioli (con obblighi di tracciabilità degli esemplari a carico di chi li vende), e regole a tutela dei cavalli dei fiaccherai.” Sono alcuni dei provvedimenti che approderanno ben presto al Consiglio comunale fiorentino. Ciò mitiga (ma di poco) il rapporto conflittuale con la mia ‘odiosamata’ Firenze in cui ancora mi sento cittadino. Qui da noi, a Ferrara, si sa, ci sono regole molto strette e a volte insopportabili che limitano l’accesso dei pelosi in luoghi molto frequentati: grandi magazzini et similia. Si va così dal divieto d’accesso a tutti i negozi dell’area Il Castello all’accoglienza calorosa con annessa bacinella d’acqua de Il Brico o del Mercatone Uno. Frattanto disposizioni incongrue rendono ancor più difficile la convivenza tra umani e pelosi. Citare l’esempio di Cane e padrone di Thomas Mann o di tutta la grande letteratura sui rapporti tra le due specie è vano. Di fronte allo sgambettio dei runners sulle mura nulla tiene. Ho saputo poi di una disposizione addirittura folle: sarebbero proibiti i guinzagli a filo superiori ai 2 metri perché sarebbero d’intralcio! Si sa “Ferara” ama poco gli animali ma è altrettanto vero che questa disposizione è accentuata dalla incoscienza e cattiva educazione dei proprietari di cani che NON vogliono raccogliere le deiezioni e rendono davvero le nostre strade un m…aio. Da qui ad attaccare cartelli d’insulti dei “lindi” abitanti il passo è breve. Una specie di grillismo delle due parti in lotta. Certo, se nell’area da me frequentata (ho rinunciato alle mura per questioni di probabili litigi a ogni passo) che è la zona medievale della città si cercasse di mettere qualche bidoncino in più per la raccolta (già lo sento l’urlo inferocito: “non ci sono soldi!!!”) non sarebbe male. Quello che trovo davvero curioso è come il rapporto tra cani e altri animali di compagnia – ossia gli umani – rispecchi fedelmente le lotte politiche in corso. Tuttavia qualche buona intenzione c’è e rende felici e contenti gli abitanti della zona.

Nel mio quartiere, i nostri amici pelosi sono organizzatissimi e hanno creato una comunità civile ed educata. Ci sono quelli di antica (diciamo meglio, di lunga data) che sono riconosciuti come i residenti più esperti della convivenza: ci sono la mia Lilla, l’Ada, la Carlotta, la Stella che naturalmente transitano dal bar ormai conosciuto come Dog’s bar. A volte si hanno conflitti d’interesse. Ad esempio perché Thor, un boxer fantastico di un architetto della zona e la sua mamma boxer debbono stare fuori, e guardano con occhi non proprio benevoli l’ingresso trionfale della mia Lilla. Ma poi si rassegnano! Accanto, il cane del sindaco un po’ appartato perché esce a ore molto preste e subito dopo la piccolissima batuffola del prof. Morsiani. Subito dopo nel palazzo d’angolo un magnifico labrador e un border collie. Tra il Dog’s bar e la casa del sindaco, la deliziosa canina del fornaio, Emy, che viene ogni tanto in visita. Di fronte al fornaio un canone che esce poco. L’eleganza suprema è indubbiamente a furor di popolo canino e umano assegnata al barboncino bianco di nome Toy che esce sempre con le scarpe arancioni. Se ci si spinge verso Porta Romana, lì abitano gli amati cani di casa Baraldini e Ansaloni, e nella via Porta d’Amore la colonia degli shisztu imparentati tra loro: bellissimi insomma, una vera comunità. Umani, prendete esempio!
Sostiene la Lilla: “Dici, dici… e poi lasci fuori gran parte della nostra comunità pelosa! Vogliamo capire perché non hai menzionato Briciola o la Lilli che ti fa inumidire gli occhi perché è tal quale la Lilla 1 o la comunità di via Beatrice d’Este”. Lei è molto agitata perché alla fine d’aprile andrà a parlare di “segreti” ai suoi amici umani di terza e quarta elementare. Sono segreti molto importanti perché si tratta di maghi che hanno nomi misteriosi: Omero, Dante, Giotto, Michelangelo e che hanno rivelato segreti fantastici con una magia potente che si chiama arte. Non mi piace nel suo ruolo didattico (è mezza fiorentina e aspira la “c”) ma non può rinunciare a condividere con gli altri una cosa ora MOLTO in disuso che si chiama sapere. Sghignazzando m’ha detto: “Guarda la tua Accademia! Avete cercato di rinnovare i concorsi e siete miserabilmente caduti nel solito tran tran d’incompetenze e favoritismi!” Ma si sa che è la caratteristica di noi “itagliani”. Profe Lilla quanta ragione tu hai!
Eppure in questa specie d’apologo niente risulta certo. A leggere sembra ormai evidente che il piacere più ambito dagli “itagliani” sia discutere in modo rozzo e carogna. E’ tutto un urlìo, con il sopraciglio alzato alla “sopracciò”. Si aboliscono le Province? Si? No, tu no! B. va al Quirinale? Chissà che c’è di mezzo! La tremenda Gruber nel suo dialogo con Renzi in veste di venditore porta a porta (Pardon madame! Lei sempre così supremamente elegante ier sera aveva una giacchetta orrenda a fiorami!) non vuole parlare di programmi ma di cosa intende fare B. Ma non è possibile! Ancora, e poi ancora, l’ombra del ventennio sovrasta e incombe. Ma è solo colpa della politica? Io credo sia responsabilità e vezzo degli italiani, questa volta senza “gl”, ovvero di tutti.

Sostieni periscopio!
Gianni Venturi
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it