uno per meditare, due per rilassarci, tre per non reagire
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I mandala, nati come rappresentazione dell’universo del suo centro e della sua periferia, spesso una volta realizzati venivano distrutti, per sottolineare l’impermanenza del tutto. Ora, la traduzione occidentale in filosofia spicciola, è che colorare mandala rilassa parecchio. Effettivamente, di quaderni da colorare per gli adulti, ne sono piene le librerie. Li puoi trovare di vario genere, dai mandala classici a veri e propri disegni.
Ne sto colorando uno anche io. Ed effettivamente si ottiene beneficio, come i monaci buddhisti per la meditazione e la concentrazione. Dicono sia anti-stress. E lo è per qualche momento. Come costruire un puzzle.
Un’altra filosofia di fondo è quella in cui, prima il lavoro, poi una pandemia, poi ancora la minaccia di una terza guerra mondiale, sono cose che ci mettono un po’ sotto stress e che quindi per rilassarci dovremmo colorare mandala. Lo trovo molto giusto. Ma il passo è breve quando penso ad una frase che spesso mi hanno ripetuto. La frase classica di quando ti trovi in situazioni abbastanza snervanti. Quelle in cui ti trovi a difendere qualcuno o te stesso da soprusi, abusi o cattiverie. Quelle in cui vorresti dire la tua: ‘”Rilassati! Non preoccuparti di questo o di quello, non ti riguarda!”
Insomma, invece di reagire, dovremmo rilassarci. Farci i fatti nostri. Forse sembra un po’ azzardato il confronto, ma è quello che mi è venuto in mente, dopo aver assistito ad una notte di sopruso in una grande stazione ferroviaria.
Chi si trova dalla parte di avere più potere, poi si trova a maltrattare fino a far piangere chi sembra diventare la sua vittima sacrificale. Quello che la mia generazione ha fatto proprio è che se stai zitto è meglio: rilassati e non ti impicciare!
Questo il modello dal quale dovremmo uscire. Questo tipo di rilassamento forse potremmo evitarlo. Poi si sa non siamo tutti dei cuor di leone. C’è chi affronta le ingiustizie facendosi anni di galera come Mandela e chi lo ha fatto scrivendo una poesia, una canzone, un articolo.

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Ambra Simeone
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani