Un’impresa ferrarese su 3 pronta ad utilizzare le risorse UE ma chiede semplificazione, linguaggio semplice e assistenza.
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Ufficio Stampa Camera di Commercio di Ferrara.
Govoni: “Il Recovery Fund è un’occasione storica ma occorre ambizione, inserendo e programmato solo ciò che da qui al 2026 trasformerà l’Italia in un Paese diverso, profondamente cambiato nelle sue capacità di crescita, di tenuta sociale e di opportunità per le nuove generazioni”.
Tra le criticità indicate dagli imprenditori: bandi non sempre attinenti alle attività dell’impresa, dimensioni imprenditoriali troppo limitate, difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e/o fidejussioni e mancanza di una documentazione amministrativa standard
Una impresa ferrarese su tre ha intenzione di utilizzare i finanziamenti europei e i fondi comunitari. Ma per avvalersi di queste risorse chiede soprattutto una netta semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica e assistenza tecnica. A dirlo è una elaborazione dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio sui dati dell’indagine effettuata da SiCamera e InfoCamere su oltre 32mila imprese nell’ambito del progetto Sisprint (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali), condotto da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione territoriale e finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
La pandemia e la discussione intorno alle nuove risorse europee potrebbe essere all’origine della rinnovata attenzione delle imprese, anche della nostra provincia, all’utilizzo dei finanziamenti europei. Ma per affrontare la scrittura e la presentazione delle domande, una impresa su due lamenta la difficoltà di adempiere alle richieste, oltre un quarto sottolinea l’eccessiva distanza di tempo tra richieste ed assistenza e la modesta rispondenza degli strumenti alle esigenze delle imprese. Quote minori di imprese indicano tra le criticità soprattutto il fatto che i settori dei bandi non siano sempre attinenti alle attività dell’impresa, le dimensioni imprenditoriali troppo limitate, le difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e/o fidejussioni e la mancanza di una documentazione amministrativa standard.
“Il Recovery Fund – ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – è un’occasione storica ma occorre ambizione, inserendo e programmato solo ciò che da qui al 2026 trasformerà l’Italia in un Paese diverso, profondamente cambiato nelle sue capacità di crescita, di tenuta sociale e di opportunità per le nuove generazioni, e risolvendo una volta per tutte quei problemi atavici e strutturali che frenano il nostro sviluppo da decenni. Solo investimenti che aumentino il Pil – ha concluso Govoni – potranno rendere sostenibile il nostro debito pubblico”.
Le priorità per le imprese:
La salute e il benessere sono considerati dalle imprese, a prescindere dalla crisi epidemiologica, i settori fondamentali sui quali concentrare le risorse comunitarie, in quanto precondizioni essenziali dello sviluppo. Tra gli altri ambiti di intervento segnalati dagli imprenditori figurano le politiche del lavoro, l’istruzione di qualità, il maggior utilizzo delle fonti rinnovabili, la dotazione infrastrutturale del territorio, la ricerca e l’innovazione tecnologica, la riduzione dei tempi della giustizia, una maggiore sicurezza e legalità ed il tema della mobilità e dei trasporti.
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