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Una Signora

Articolo pubblicato il 1 Dicembre 2015, Scritto da Radio Strike

Tempo di lettura: 2 minuti


Oggi è il 1° dicembre e il 1° dicembre di 60 anni fa, succedeva qualcosa di memorabile.
Rosa Parks, una sarta di colore di Montgomery, Alabama, rifiuta di cedere il suo posto in autobus a un bianco e viene arrestata.
La notte stessa, vari attivisti afroamericani – fra cui Martin Luther King – si riuniscono e iniziano il giorno successivo il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery.
Durerà 382 giorni.

Brano: “When I Get Home” di Elizabeth Cotten Album: “Freight Train And Other North Carolina Folk Songs And Tunes” del 1958
Brano: “When I Get Home” di Elizabeth Cotten
Album: “Freight Train And Other North Carolina Folk Songs And Tunes” del 1958

Si è detto che Rosa Parks fosse esasperata dalla stanchezza di una giornata di lavoro e dai dolori ai piedi.
Ma come dice lei stessa:
People always say that I didn’t give up my seat because I was tired, but that isn’t true. I was not tired physically, or no more tired than I usually was at the end of a working day. I was not old, although some people have an image of me as being old then. I was forty-two. No, the only tired I was, was tired of giving in.
Nel 1956, grazie a Dio, la segregazione fu finalmente dichiarata incostituzionale all’unanimità.
Poi purtroppo ancora oggi, molti afroamericani sono costretti a fare i conti con una certa dose di idiozia.
Ma da quel 1° dicembre del 1965, piano piano alcune cose iniziarono a cambiare per sempre.
Quindi oggi celebrerei quella gigantesca Signora con un pezzo parecchio ad hoc di quella che per me è un’altra gigantesca Signora.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani