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Una proposta per Ferrara

Articolo pubblicato il 13 Giugno 2016, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Cesare Pasini

Abito a Ferrara, e più di 10 anni fa ho pubblicato su internet una proposta per la mia città che in questo momento è diventata più che mai attuale. Infatti, dopo che la Spal ha raggiunto la serie B, si parla di potenziare lo stadio in modo che possa accogliere un maggior numero di spettatori. Ma secondo me è un errore che questa struttura, che viene usata due pomeriggi al mese, occupi una posizione così strategica dal punto di vista urbanistico.
Infatti quest’area, che 100 anni fa era fuori dal centro storico e quindi periferica, oggi è baricentrica rispetto all’intero abitato di Ferrara, compresi i quartieri del Doro e di Via Bologna, ed è centrale dal punto di vista dei collegamenti. Per questo credo che la proposta migliore sia di spostare lo stadio, che potrebbe essere ricostruito dove oggi c’è l’ippodromo, per destinare questo spazio ad un polo di servizi.
Si otterrebbero diversi risultati: diminuirebbero le necessità e il numero degli spostamenti in auto, e una parte dei quali sarebbe trasferita sui mezzi pubblici. Inoltre verrebbe alleggerita la pressione che grava sul quartiere centro, mentre la costruzione stessa di un polo di servizi creerebbe delle opportunità di lavoro per molte aziende.
In definitiva il sistema urbano diventerebbe più efficiente (meno auto sulle strade, maggiore uso dei mezzi pubblici, meno tempi morti, minore inquinamento, centro storico rivitalizzato ecc.), e anche l’economia riceverebbe una spinta. Un progetto che oggi potrebbe anche servire a rendere meglio frequentato e più sicuro il quartiere Giardino.
Ma come finanziare lo spostamento dello stadio? Già bisogna trovare i soldi per ingrandirlo, e non credo che sia facile. Il suo trasferimento e la sua ricostruzione costerebbero di più, ma potrebbero essere finanziati con fondi europei. L’Italia versa molti soldi nelle casse dell’Europa, che poi dovrebbero rientrare attraverso il finanziamento di progetti. Servono però dei progetti validi, altrimenti rischiamo di perdere questi soldi. Il trasferimento dello stadio potrebbe quindi diventare un progetto da finanziare con fondi europei. E non dovrebbe essere difficile farlo approvare. Non solo per la sua grande valenza urbanistica, ma anche perché potrebbe diventare un modello per le altre città italiane.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani