Aria fresca nei polmoni questa mattina. Lascio il cuscino e mi vesto.
Un sole velato fa capolino dalla finestra. Ancora una mezzoretta e il cielo si ripulirà dalle scorie della notte.
Il mondo è più leggero… decisamente interessante!
Poi una nuova voglia: voglia di andare, di respirare, di assaggiare… di scoprire ciò che non ho mai visto prima.
È il momento. Chiudo la porta e scendo. Uno zaino di ricordi sulle spalle e qualche carezza rimasta nelle mani.
La priorità è cancellare il tuo viso, i tuoi occhi dai miei, la tua voce dai rumori del silenzio.
Via da queste quattro mura, calde di certezze incartate, zuccherate. Basta mal di denti e mal di testa perenni, pillole e caramelle, acidità di stomaco e film già visti, commedie e commedianti.
Prendo la moto: il metallo è di razza, il motore è caldo e il serbatoio è pieno. Sotto le ruote sento il ruvido e il secco della strada. Parto e via… senza voltarmi!
Seguirò l’istinto del lupo, oltre la collina e il suo bosco. Poi altre colline e boschi fino alle montagne del nord. Attraverserò ponti e confini, la strada non finirà mai. Il cielo sarà mio fratello e veglierà su di me.
Starò da solo, io e i miei segreti, libero di perdermi e di scomparire.
Scamperò alle trappole del cuore. Nessun controllo, nessun programma, nessun orario, nessun appuntamento e nessun dolore.
Soltanto aria per respirare, acqua da bere e terra per riposare.
Ecco il mio viaggio. Andare avanti, lontano e altrove. Andare via e non tornare più.
Drops of Jupiter (Train, 2001)
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Carlo Tassi
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