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di Federica Mammina

Per persone che hanno fatto del bene e che si sono spese per gli altri, per il riconoscimento dei loro diritti, senza secondari egoistici fini, è forse meglio ricordare la data di nascita. E così, qualche giorno fa, l’11 marzo, ricorreva la nascita dello psichiatra Franco Basaglia. Famoso per le sue idee innovative e controcorrente sulla psichiatria e in particolare sul trattamento dei malati mentali, e per questo fortemente osteggiate, è passato alla storia nel nostro Paese per la legge 180 del 1978 che ha portato alla chiusura dei manicomi. Solo quarant’anni fa infatti le persone affette da malattie mentali venivano isolate dalla società e dagli affetti per essere trattate con metodi che oggi nessuno esiterebbe a considerare contrari ai più basilari diritti e lesivi della dignità umana. Una legge intoccabile nell’intento di chiudere un’istituzione vergognosa come quella del manicomio, ma che necessiterebbe di un adeguamento ai nuovi studi e approcci al tema.
Molto si è fatto in tanti anni, ma quanto ancora ci sarebbe da fare? In una società che ci vuole sempre più aderenti a irraggiungibili modelli dove la deviazione non trova spazio, sono anche queste le emarginazioni cui dovremmo continuare a rivolgere le nostre attenzioni inclusive.

“La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’essere, perché fa diventare razionale l’irrazionale.”
Franco Basaglia

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

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Redazione di Periscopio



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