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L’EVENTO
Un world café per la Città della Conoscenza

Sabato 19 dicembre alla Città del Ragazzo di Ferrara, fra quanti hanno sottoscritto il Manifesto per Ferrara Città della Conoscenza e quanti vorranno comunque partecipare, daremo avvio al Cantiere “Ferrara Città della Conoscenza”. Penso che l’appuntamento del 19 debba essere il primo di tanti altri a seguire, per iniziare a costruire, tra quanti vorranno essere della partita, mattone dopo mattone un’idea condivisa di “Città della Conoscenza”, di città che fa dell’apprendimento permanente una risorsa preziosa per la crescita delle persone e della città insieme.
Abbiamo scelto il World Café come modalità per incontrarci e stare insieme, come si fa quando ci si incontra tra amici e conoscenti al bar e ci si scambiano opinioni, idee su questo e su quello. Ma soprattutto perché la risorsa della Città della conoscenza è il capitale umano, non genericamente le persone, ma ogni singola persona, chi vi abita come chi è solo di passaggio. Ogni singola persona perché sono le idee, i pensieri di ciascuno di noi che nell’incontro e nell’intreccio con quelli degli altri possono aprire prospettive inaspettate, costituire tesori capaci di promettere innovazione, creatività, nuovi punti di vista, scenari per il futuro.

La città della conoscenza esiste se si nutre di conoscenza, è da questa catena che si può generare conoscenza nuova. E quindi quella del world café ci è parsa la metodologia migliore, perché il 19 non si venga per ascoltare qualcuno ma per dare e ricevere nel dare, non per trovare un’opera compiuta, ma per iniziare a lavorare ad un’opera la cui idea nascerà dall’incontro con gli altri.
Parlando di Città della Conoscenza, abbiamo sempre ragionato di luoghi e di occasioni di apprendimento. L’incontro di sabato 19 fa parte della nostra idea di città della conoscenza e per questo costituisce un’occasione di apprendimento, molto probabilmente fra tante altre che in quella stessa giornata si realizzeranno nella città, ma che non conosciamo, perché ancora sommerse, perché fuori dal circuito della Città della conoscenza, perché manca un’idea guida, una ragione sociale condivisa, a cui invece noi sabato mattina intendiamo lavorare, mettendoci del nostro, per interconnettere tra loro gli accadimenti del sapere nella nostra città in modo da tradurli in valore aggiunto per tutte le persone e per la città stessa.
Un’occasione di apprendimento come tante si realizzano attraverso la rete di relazioni e di iniziative cittadine, un’occasione per avviare intorno ai temi della conoscenza e dell’apprendimento permanente una conversazione autentica, un dialogo significativo, condividere i risultati del pensare e cercare insieme. Il world café è lo strumento per mettere in circolo e collegare il maggior numero di idee e di proposte creative, per conoscere quali sono i bisogni, gli interessi e gli interrogativi intorno all’idea di Ferrara come città della conoscenza.
L’abbiamo scritto nel nostro manifesto, non vogliamo chiudere il libro della conoscenza, lo vogliamo tenere aperto, continuare a leggerlo e se possibile scriverne pagine nuove. Conoscenza e sviluppo costituiscono il binomio del nuovo Millennio.

La sfida è quella di sempre, è la sfida del “post”, del dopo, di quello che viene dopo. Ci siamo tutti dentro. Ancora non abbiamo ben compreso cosa viene dopo, cosa sia il post. Quale “post” rispetto a quale “ante”. L’unica cosa che ci è chiara è che siamo tutti in gioco, non abbiamo le risposte in tasca e dobbiamo fare appello alle nostre intelligenze, più saranno, meglio sarà per tutti.
Una convinzione però la nutriamo, e cioè che conoscenza e sviluppo siano le parole chiave del nostro presente per le società, le città, le persone.
Gli ingredienti principali sono di per sé intangibili come lo sono il tempo, l’immaginazione, i saperi, l’iniziativa, la fiducia, l’innovazione.
Sicuramente scienza, istruzione e innovazione intensive possono contribuire significativamente al profilo di una città basata sulla conoscenza come assunto dal modello del Triangolo della conoscenza adottato dall’Istituto europeo dell’Innovazione e della Tecnologia.
Ma ogni città è anche e soprattutto una rete di conoscenze e di apprendimenti che ogni giorno vengono prodotti e il nostro obiettivo è quello di portarli alla luce, diffonderli per metterli al servizio del maggior numero possibile di persone, della crescita, dello sviluppo e del futuro della città. Perché le centinaia di città che nel mondo si proclamano “Knowledge City” con la loro esperienza stanno a dimostrare che il setting di interazioni che quotidianamente accadono nello spazio urbano costituisce la più recente frontiera dell’innovazione, migliora la qualità del nostro presente e del futuro dei nostri giovani, la qualità della democrazia, la qualità dello stare insieme, la qualità dell’abitare e del vivere la città.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)