Continuo a pensare a come un astronauta vedrebbe le nostre guerre dallo spazio. Un astronauta capisce bene come la minuscola, miracolosa, infinitesima esistenza di ogni essere umano dipenda da una stella abbastanza vicina da non farci congelare all’istante, nel buio, e abbastanza lontana da illuminarci e scaldarci senza bruciarci tutti. Tutti siamo vivi perchè siamo scaldati dalla medesima stella, che è essa stessa un minuscolo astro nell’universo infinito di stelle. Invece di ringraziare ogni giorno per essere beneficiari di questo inaspettato prodigio, ci distruggiamo a vicenda per affermare la superiorità della nostra Nazione. Immaginiamo di osservarla dallo spazio, come un astronauta, quella Nazione. Vediamone le nubi delle esplosioni che ne coprono i contorni, come minuscoli sbuffi di fumo già patetici al confronto della vastità del nostro piccolo pianeta; immaginiamoli al cospetto dell’immensità dello spazio cosmico.
“Non è facile capire come le forme più estreme di nazionalismo possano continuare a sopravvivere quando si osserva la Terra nella sua vera prospettiva, come un piccolo e solitario globo sullo sfondo delle stelle.”
(Arthur C. Clarke)
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Nicola Cavallini
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