Da Meis
È con queste parole che il Comitato Scientifico del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, riunitosi oggi a Ferrara, ha fotografato lo stato di avanzamento del MEIS negli ultimi 6 mesi, ovvero a partire dal dicembre 2016, data del proprio insediamento.
Alla presenza del Presidente del Museo, Dario Disegni, e del Direttore, Simonetta Della Seta, le prestigiose figure che compongono il Comitato – esperti in materia di ebraismo, museologia, beni culturali, ricerca storica, sociologia, dialogo inter-religioso e comunicazione – hanno dapprima visitato il cantiere di Rampari San Paolo, quindi la mostra “Lo Spazio delle Domande”, allestita fino al 27 settembre prossimo, e il giardino.
Il confronto si è focalizzato sui principali progetti che coinvolgono il Museo, a partire dall’inizio del percorso museale che verrà inaugurato nel dicembre 2017, incentrato sui primi mille anni dell’insediamento ebraico in Italia. Il dibattito si è, poi, focalizzato sulla mission – nazionale e internazionale – del Museo e sulla programmazione dei prossimi tre anni.
Il Comitato – rappresentato oggi da Donatella Calabi, Enzo Campelli, Rav Luciano Caro, Tania Cohen Uzielli, Manuela Consonni, Rav Roberto Della Rocca, Gadi Luzzatto Voghera, Saul Meghnagi, Mauro Perani, Michele Sarfatti e Rav Amedeo Spagnoletto (assenti per concomitanti impegni Alain Elkann, Aldo Grasso, Alberto Melloni e Paolo Mieli) – ha concluso i propri lavori presso il Comune di Ferrara, dove è stato ricevuto dal Sindaco Tiziano Tagliani. “Avvicinandomi alla fine del mio mandato – ha sottolineato il primo cittadino di Ferrara – e avendo partecipato alle primissime fasi della Fondazione MEIS, ci tengo molto a vedere il varo della nave. So che si tratta di un’opera molto impegnativa e complessa, perché non c’è niente di più difficile che sintetizzare una storia, una testimonianza che parli alle generazioni future. Ma posso assicurarvi – ha detto Tagliani ai membri del Comitato – la mia partecipazione e il sostegno della città, che è sempre più curiosa verso il nascente Museo e deve diventare orgogliosa di esserne la cornice. Tanto più in un momento come questo, in cui il dialogo e le relazioni sono così difficili, a tutti i livelli, quello del Museo Nazionale dell’Ebraismo è un compito importante e dobbiamo portarlo a termine”.
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