La fioritura primaverile della Magnolia soulangeana è spettacolare. Questa pianta tace per tutto l’anno, poi all’improvviso, si mette a cantare: i suoi rami, ancora privi di foglie, si riempiono di grossi boccioli pelosi che esplodono letteralmente in una sinfonia perfetta di morbidi, carnosi fiori rosa e bianchi, un raro esempio di pianta che riesce ad esagerare con eleganza. Un’armonia che di solito riconosco soltanto alle rose. Questo spettacolo dura pochissimo, una, due settimane al massimo se il tempo lo permette e per questo chi ne possiede una dovrebbe prendere le ferie per ammirarla. È una magnolia rustica, sopporta fino a -10°; tollera bene i terreni argillosi, purché ben drenati, quindi non va messa dove l’acqua ristagna e le pozzanghere non si asciugano; la sua forma migliore è quella di grande arbusto con una bella base ramificata lasciata crescere tonda e libera; cresce lentamente, ma se le viene dato tempo e spazio può raggiungere anche i 7-8 metri di altezza. Non sopporta la presenza di altre piante ai suoi piedi, comunque è meglio lasciarle terreno libero attorno, perché il tappeto dei suoi petali caduti è commovente. La fioritura cambia a seconda delle varietà, le più diffuse hanno una dominante rosa, in tutte le sue tonalità, con il centro del fiore bianco. Non è un colore facile da abbinare ai rivestimenti degli edifici, quindi per non spegnere l’effetto speciale della sua fioritura è meglio accompagnarla con arbusti o piccoli alberi dal fogliame verde e leggero.
Le piante hanno sempre delle belle storie da raccontare e questa non è da meno. Le magnolie sono alberi e grandi arbusti antichissimi, originari dell’Estremo oriente e di varie zone del continente americano, la Magnolia soulangeana, invece, è un ibrido nato in Francia, grazie al lavoro di un esperto botanico: Etienne Soulange-Bodin (1774-1846). Etienne Soulange-Bodin era un cavaliere dell’armata napoleonica, si può dire che viaggiò l’Europa alternando ai campi di battaglia le grandi capitali, dove andava alla ricerca di parchi e giardini. Finite le guerre, ritornò in Francia, affermandosi come un grande esperto di botanica e di pratiche di coltivazione. Nelle sue proprietà del castello di Fromont, Soulange-Bodin fece costruire un bellissimo giardino e fondò, nel 1829, la prima Società di orticoltura francese: “Nella Villa di Fromont, sulla Senna – M. Soulange-Bodin ha saputo fondere un’elegante residenza con un vivaio esotico e con una istituzione per i giovani orticoltori. M. Soulange-Bodin, come M. Vilmorin, è al tempo stesso un coltivatore sapiente, un produttore di sementi, uno studioso e un fine gentiluomo. Durante la sua esperienza militare ha potuto conoscere tutta Europa, ed essendo stato a lungo (per usare l’espressione del principe de Ligne) sotto l’influenza della ‘jardinomanie’, ovunque andasse, i giardini sono stati i principali oggetti della sua attenzione”. (J.C. Loudon, “Gardener’s Magazine”, vol. 9, 1833). Nota: la parola horticulture mi crea sempre dei problemi di traduzione perché in inglese e francese indica genericamente tutto quello che riguarda la cura e la coltivazione delle piante, in italiano abbiamo invece una separazione tra orticoltura, che indica le pratiche relative agli orti e alle piante utili, e giardinaggio che si occupa delle piante ornamentali.
Soulange-Bodin possedeva, coltivava e vendeva, un’enorme quantità di piante, molte di queste provenivano dal lontano Oriente, come la splendida Magnolia Yulan (Magnolia denudata) dagli splendidi fiori bianchi, introdotta nel 1780 in Europa da Joseph Banks o come la Magnolia liliflora (Magnolia discolor), un arbusto dalla smagliante fioritura viola, introdotto in Europa da Carl Thunberg nel 1790. Il matrimonio fra queste due magnolie produsse una nuova specie, riconosciuta nel 1826 con il nome di Magnolia soulangeana, in onore del suo creatore. Il successo fu immediato, e già nel 1827 il famoso pittore Pierre-Joseph-Redoutè ne dipinse il fiore nel suo libro Choix des plus belles fleurs. A questo punto la storia ci porterebbe a fare un passo indietro per capire il legame tra Soulange-Boudin, Redoutè, Giuseppina Bonaparte e il suo giardino di rose alla Malmaison, ma come si dice: il seguito alla prossima puntata.
