Il dono. Caro Babbo Natale, grazie se mi porti dei regali, ma per favore non portarmi anche tanti imballaggi.
Per le feste si riempiono prima i negozi e poi le strade di cartoni, carta, plastica che ci indicano di quanto, in fondo, la crisi abbia le sue pause, ma anche che spesso il contenitore del dono vale quanto il suo contenuto. Poi però lo dobbiamo smaltire o, se va bene, riciclare.
Si prevede che per le feste natalizie i rifiuti aumentino di un terzo a causa degli iperconsumi. Crescono in quei giorni nelle nostre case bellissime confezioni di carte colorate e cartoni per confezionare i doni da mettere sotto l’albero. Il tempo di scartare tutto tra allegria e piacere per poi buttare tutto. In verità anche prima, durante il tradizionale pranzo si producono rifiuti prima di cuocere salama, zampone, lenticchie o altri piatti della tradizione, e dopo con gli inevitabili avanzi. Per non parlare poi delle bottiglie vuote di vino e champagne.
Non intendo certo limitare e condizionare l’Importanza del valore sentimentale e affettivo di un dono, anzi. Trovo sia molto bello pensare ad un amico e fargli un regalo che gli possa piacere. La connessione tra motivazioni e scelte personale mi hanno sempre fatto riflettere su quale sia, in un mondo sempre più globalizzato e sempre più individualista, il ruolo e quale importanza abbia il dono. Se prevalga l’affetto alla società-mercato; il sentimento al consumo.
Credo che l’importanza e il rispetto dell’ambiente non debba essere dimenticato.
Qualche consiglio. Prima di tutto lo shopping: provate a non abbellire il dono con l’immagine del contenitore, pensate al regalo non al packaging. Privilegiate le confezioni semplici e puntate alla qualità del prodotto piuttosto che alla complessità del pacchetto. Meglio comunque monomateriale (solo plastica, sola carta, solo vetro) per rendere più semplice il riciclo. Meglio poi se usate carta riciclata; sarà apprezzata la vostra attenzione all’ambiente. Ma soprattutto il giorno dopo cercate di separare e riciclare correttamente. Buon Natale a tutti.
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Andrea Cirelli
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