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“Pronto Ada, come stai? E’ un secolo che non ti sento! Io sono stata in Romagna, sono andata a trovare la zia. Tutto bene, la zia è morta, piccina! Aveva 98 anni. E, poi, il funerale è stato di prima classe, le figlie tutte in visone, come si conviene, soltanto la Norina, la grande, ha osato un feltro color marrone tipo Borso d’Este. Cosa vuoi, secondo me, alla nostra età, il cappello fa vecchia. Però la Norina era sontuosa, attiva sulla poltrona a rotelle, come in trono, ricoperta di un plaid ricamato a piccolo punto, impartiva ordini alla filippina che la spingeva e che, per l’occasione, era stata addobbata in total black: un bel colpo d’occhio. Ecco, se posso dire, solo i fiori difettavano, non perché mancassero, anzi ce n’erano tanti, corone, cuscini corbeilles, ma tutte margheritone o zinie o garofani, non l’ombra di un’orchidea. Ma, dico io, come si fa a regalare dei garofani a un a signora seppur morta o quasi sepolta? Tutti quei garofani volgarucci, siamo forse tornati socialisti? Però che belli i tempi dei garofani rossi di Craxi, non c’era mica la crisi allora, eravamo tutti ricchi e felici e senza Imu e chi rubava lo faceva con tale ineffabile candore che nessuno se ne accorgeva. Ma le cose belle non durano, cara Ada, ha guastato tutto quell’infame processo di ‘mani pulite’, ah!, i comunisti!

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Elettra Testi



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