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Sfogliando la rivista “Arcobaleno d’Italia” delle Proloco italiane sono stato indotto a riflettere su quello che mi è parso il cuore di questa associazione, con oltre seicentomila soci, che fa proprio un sentire radicato e diffuso nei tantissimi territori del nostro bellissimo Paese e cioè “il sentimento è l’unica grande risorsa per costruire il nostro futuro”.
Percorrendo alcuni itinerari nella nostra Regione abbiamo appreso che la nuova presidenza emiliano romagnola di Proloco, con un imprenditore centese, sta progettando due importantissime iniziative/evento.
La prima, con il modello di sistema a rete lungo il fiume Po, è inserita nell’Expò di Milano del 2015 e vede il coinvolgimento di un centinaio di Proloco (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna); la seconda, fa riferimento alla linea Gotica (Toscana, Romagna, Marche); entrambe hanno l’intendimento di unire in filiera le specificità delle terre italiane.
Un ruolo ed una funzione, quindi, di salvaguardia dei patrimoni culturali che l’Unesco ha attribuito anche come espressione viva di valori connessi al capitale antropologico.
Ed è proprio di questo nuovo contesto che anche nel ferrarese si sta sviluppando un cambio di passo delle Proloco con una attenzione al turismo lento dei “ fuori porta”, seguendo: i percorsi delle delizie estensi, del grande fiume Po e del suo delta, i premi letterari e i dialetti, i carnevalingiro e l’enogastronomia, gli ambienti rurali e le tradizioni storiche.
Nelle proloco estensi c’è, oggi, la volontà di fare rete fra di loro, con nodi forti su Mesola-Codigoro, Portomaggiore-Argenta, Cento, la destra Po, Copparo-Migliarino e il tratto del Volano, Bondeno, in un modulo a corona per dare capillarità e generare una catena di valore  per l’intero progetto.
Questo indirizzo è già stata intrapreso con convinzione nei territorio confinanti. Alcuni mesi fa, nel corso principale di Rovigo, negli oltre 30 gazebo allestiti albergavano le immagini di luoghi, borghi e angoli del Polesine.
Sindaci, presidenti di Proloco, imprese eccellenti, erano a rappresentare, a valorizzare e a promuovere pezzi di territorio facendo sistema. Abbiamo visto moltissima gente, e non solo polesani, anche qualcuno che parlava un altro dialetto e un’altra lingua; non è poco, anzi questo è marketing territoriale.

Ora anche da noi le istituzioni locali, le aziende di promozione turistica e gli uffici del turismo dovranno farsi interlocutori e co-attori con le tantissime proloco.
La nostra Regione ha compreso bene il ruolo e le funzioni di questa grande associazione di promozione sociale e, al riguardo, sta maturando la volontà di offrire una nuova legislazione e anche canali progettuali con l’Unione europea.
Siamo certi che anche altri sapranno cogliere questo opportunità, per dare la dovuta rilevanza a questi stakeholders dell’accoglienza, così ben organizzati, radicati e sempre di più sentinelle della nostra cultura.

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Enzo Barboni



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