Turismo. La via Francigena patrimonio Unesco. Sette Regioni candidano il percorso
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Da ufficio stampa
Sottoscritto l’accordo tra Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta. L’assessore regionale Corsini: “Proseguiamo nell’opera di valorizzazione del nostro patrimonio”
Bologna – Nel Medioevo era la strada dei pellegrini che dalla Francia scendevano verso sud per recarsi a Roma (anche per proseguire verso la Terrasanta attraverso i porti pugliesi) e di quelli che ascendevano la penisola per raggiungere Santiago di Compostela in Spagna. Ma fu anche un’importante strada per il commercio, strategica per trasportare verso i mercati del nord Europa le merci provenienti dall’Oriente (seta, spezie) e scambiarli, in genere nelle fiere della zona di Champagne, con i panni di Fiandra e di Brabante.
È la via Francigena, il cui itinerario si appresta a riacquistare la sua centralità donando ai viaggiatori le proprie particolarità storico-culturali, ambientali, naturalistiche e paesaggistiche.
Questo in virtù di un accordo tra sette Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, con il coordinamento della Toscana) che si propongono di candidare la Francigena a patrimonio dell’Unesco (World Heritage List).
“Un nuovo tassello che identifica l’Emilia-Romagna come regione sempre più attrattiva, grazie anche alla valorizzazione dei propri territori ed eccellenze- afferma l’assessore regionale a Turismo e commercio, Andrea Corsini-. Dall’inizio della legislatura abbiamo quasi raddoppiato le aree Unesco, con il riconoscimento a Parma Città creativa per la gastronomia e il Mab (Riserva della biosfera) al Delta del Po e all’Appenino Tosco Emiliano. Con questo nuovo accordo proseguiamo nell’opera di valorizzazione del nostro patrimonio per aprire nuovi orizzonti di crescita turistica e economica nel rispetto dell’ambiente”.
L’intesa
Le Regioni si impegnano con la firma del protocollo a definire insieme il tracciato ufficiale del cammino da candidare, verificando l’autenticità e l’integrità degli elementi storico-artistici e architettonici ancora presenti e che possono essere inclusi nel progetto di candidatura. A questo fine ricorrerà, in qualità di partner, l’Aevf (associazione europea delle Vie Francigene), organismo riconosciuto dal Consiglio d’Europa che avrà il compito di elaborare uno studio di fattibilità con gli obiettivi di selezionare la tratta da candidare al riconoscimento Unesco, gli interventi prioritari a tutela del tracciato e le fasi operative del progetto (tempi, costi, risultati attesi).
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