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Tre momenti commemorativi per l’anniversario del 29 maggio 2012

Da Organizzatori

«Ne fummo sorpresi mentre stavamo cercando di far fronte alla morte e alla distruzione del primo, del 20 maggio. Il secondo terremoto, nove giorni dopo, aggiunse devastazione a devastazione e determinò la scomparsa, il 5 giugno, della nostra Sandra Gherardi ad appena 46 anni». Così il sindaco di Cento Fabrizio Toselli ricorda il sisma del 29 maggio, a cinque anni di distanza e alla vigilia di una nuova giornata di commemorazione degli eventi che hanno segnato la storia dell’Emilia. A ricordo delle vittime lunedì 29 maggio, come era stato per sabato 20, le bandiere saranno a mezz’asta. Tre momenti si susseguiranno: tutti uniranno al ricordo la speranza e l’impegno verso la completa ripartenza.
In mattinata, alle 9, ora esatta di quella seconda terribile scossa, si terrà la cerimonia di posa della prima pietra della palestra dell’Isit Bassi Burgatti: nell’area all’angolo fra via Scarlatti e via Rigone prenderà il via ufficialmente il cantiere per la costruzione dell’impianto sportivo che servirà scuola e comunità.
Nel pomeriggio, dalle 14, in Sala Zarri di Palazzo del Governatore, si volgerà il convegno ‘A cinque anni dal sisma’, promosso dalla Soprintendenza e dalla Provincia e volto a informare cittadini e professionisti sul lavoro di valutazione, guida e supporto svolto dalla Commissione Congiunta nel periodo intercorso dall’approvazione del Programma di Ricostruzione da parte della Regione. I lavori verteranno sulle problematiche della Rocca Possente di Stellata di Bondeno e della Chiesa della Madonnina di Ferrara e sui lavori di ripristino e miglioramento sismico della Collegiata di San Biagio a Cento.
In serata, dalle 21, sempre in Sala Zarri, l’incontro pubblico ‘Verso la ricostruzione’ farà il punto sulla ricostruzione delle opere pubbliche ed ecclesiastiche: ne tratteranno Fabrizio Magnani del Comune di Cento e Fabio Cristalli della Curia arcivescovile di Bologna.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)