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Torbiere, efficaci trappole di carbonio in risposta al cambiamento climatico

Uno studio internazionale a partecipazione Unife pubblicato su Nature Communications rivela che questi preziosi serbatoi di gas serra riescono a preservare la loro funzione ecologica in differenti condizioni climatiche. Se le torbiere di tutto il mondo sparissero, la quantità di anidride carbonica, un potente gas serra, rilasciata nell’atmosfera, crescerebbe dei due terzi. Fortunatamente, queste fondamentali trappole di CO2 sono in grado di rispondere alle variazioni ambientali in modo tale da preservare questa importante funzione ambientale. Lo rivela uno studio internazionale cui ha partecipato il Prof. Luca Bragazza del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, pubblicato su Nature Communications.
Il gruppo di ricerca, che comprende oltre a Unife le Università di Utrecht, il Politecnico Federale di Losanna e il CNRS di Toulouse, ha studiato la biodiversità vegetale delle torbiere europee in risposta alla variazione climatica e all’incremento dell’inquinamento atmosferico nell’ambito del progetto di ricerca PEATBOG (ERA-net BiodivERsA).

Attraverso l’analisi di 560 rilievi di vegetazione effettuati durante quattro anni in 56 torbiere europee, lo studio ha determinato che, sebbene il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico causino un decremento della biodiversità vegetale, le specie vegetali in torbiera sono in grado di “rimpiazzarsi” senza per questo modificare la funzionalità dell’ecosistema. La ricerca suggerisce che proprio la biodiversità vegetale delle torbiere permette a questi ecosistemi di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Si tratta di una notizia positiva – spiega L. Bragazza – se si considera che le torbiere preservano una quantità di carbonio pari a più della metà di quella contenuto nell’atmosfera. Nonostante la riconosciuta modesta biodiversità vegetale delle torbiere (circa 60 specie tra muschi e piante vascolari sono state complessivamente identificate durante questo studio), i ricercatori hanno osservato che le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e fenologiche a livello di comunità restano le stesse seppur cambino le specie presenti. I tratti morfo-funzionali selezionati – continua Bragazza – sono direttamente o indirettamente legati alla capacità di queste comunità vegetali di catturare la CO2 atmosferica e convertirla in torba, che sarà poi preservata per millenni.
Il fatto che la comunità vegetale mantenga la sua funzionalità pur modificando la biodiversità vegetale indica che le torbiere riescono ad adattarsi alle differenti condizioni ambientali continuando a funzionare come accumulatori di carbonio atmosferico proprio grazie alla loro (modesta) biodiversità.
Questo non significa che le torbiere non siano sensibili ai cambiamenti ambiental”, sottolineano Bjorn Robroek e Vincent Jassey (due degli autori principali dello studio). Non va dimenticato che le specie vegetali delle torbiere indagate sono adattate a condizioni ambientali di lungo termine così che “cambiamenti troppo repentini del clima o un livello di inquinamento atmosferico troppo elevato – precisa L. Bragazza – possono sopraffare la loro capacità di resilienza. Per questo motivo rimane cruciale la protezione di questi ambienti al fine di preservarne la biodiversità e di creare una connettività fra torbiere tale da permettere lo scambio di specie.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA



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