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Time Machine in mostra a Spazio Aperto

Articolo pubblicato il 17 Gennaio 2017, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Organizzatori

Le installazioni fotografiche di Matteo Farolfi esposte a Spazio Aperto a Ferrara
Sabato 21 gennaio inaugurazione della mostra “Time Machine”

Cosa succede se l’uomo, di colpo, decidesse di abbandonare la Terra? Le fabbriche disabitate, i capannoni lasciati in balia di se stessi, la natura finalmente libera di spaccare vetri, far marcire assi di legno, corrodere ferri. Matteo Farolfi, artista e brand designer, parte da queste considerazioni per le installazioni fotografiche di Time Machine, tornando a giocare con il delicato rapporto tra uomo e natura. L’esposizione, che inaugura sabato 21 gennaio alle 18 nella nuova bottega creativa Spazio Aperto di via Carlo Mayr 69, riprende le fila della ricerca già avviata da Farolfi con Ghost Town, il suo precedente lavoro.

Questa volta, però, completamente assente è la presenza umana, che scompare del tutto anche se è in tutto. Si ritrova nelle pareti, nelle poltrone, in un paio di scarpe abbandonate. Negli alambicchi, dietro una porta, lungo le rampe di una scala. Matteo Farolfi la fa ritrovare negli oggetti, e quindi nei dettagli, sovrapposti alla fotografia attraverso l’intervento digitale. Solo il ricordo, salvato appena un attimo prima di essere perduto per sempre, può riportare l’uomo nel suo mondo. Non a caso, Time Machine è anche il nome di un’applicazione presente in certi computer, che consente la ‘memoria’ di ciò che è stato fatto in precedenza. Così una stanza abbandonata diventa una sala d’attesa per un provino, un tavolo da lavoro al centro di una fabbrica silenziosa la base per una statua votiva, un laboratorio chimico ricorda attraverso gli oggetti l’ingegno dell’uomo.
Dov’è finito l’uomo? Questo Matteo Farolfi non lo dice, dà però qualche indizio. “Tutto arriva a una fine, ma una perdita lascia spazio anche a una rinascita – spiega l’artista –. Ci sono molti mondi dentro ai miei lavori, perché mi piace dar voce a tutto quello che porta con sé una storia”.
Attraverso le sue opere, in cui le fotografie vengono inserite in cassetti, lampade e totem di arredamento (fatti con interessanti materiali di recupero e alcuni ricordi di famiglia), Farolfi restituisce umanità a tutti quei luoghi e a quegli oggetti che prima che abbandonati sembrano essere stati dimenticati, persi, senza alcuna cura da parte del genere umano.

L’inaugurazione è a ingresso gratuito e il catering a tema verrà realizzato da Gentlemen for dinner e dal pastificio Nonna Ines. La mostra rimarrà aperta fino al 25 febbraio, da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Per informazioni: info@spazioapertoferrara.it e www.matteofarolfi.it.

Matteo Farolfi nasce a Ferrara nel 1972 ed è grafico commerciale. Dopo gli studi di fonico all’Accademia delle arti sceniche di Bologna, lavora alla radio come speaker.
Nel 2001 frequenta i corsi serali di pittura tenuti da Daniele Carletti, dove sperimenta l’uso di vari materiali e tecniche che lo avvicinano al mondo neo-espressionista.
Impara da autodidatta diverse tecniche di grafica digitale e di pittura, specializzandosi nella tecnica mixed media.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani