È finalmente arrivata la settimana in cui – forse – si capirà qualcosa in più a proposito di quel gran bordello in cui il Regno Unito si rotola da un po’.
Ho provato a capirci qualcosa chiedendo ad amici che abitano là ma la situazione sembra davvero poco chiara.
Mi hanno raccontato di gente che fa scorte di cibo gigantesche, modello arreda-il-tuo-bunker-e-inizia-dalla-credenza.
Mi hanno anche detto che assai probabilmente il buon Corbyn è bruciato in partenza.
Tutto questo a causa delle sue posizioni poco chiare su quella roba là che si votò a un ormai celebre referendum nel 2016.
“Gli inglesi sono un popolo pragmatico”, mi hanno detto.
È certamente vero e mai mi permetterei di contraddire chi là c’è nato e/o ci vive da anni.
Ma è anche – certamente – vero che gli “inglesi” sono da sempre un popolo assai sorprendente.
Chi avrebbe mai immaginato i Beatles nel 1962?
Chi avrebbe mai immaginato una cosa portentosa come la grande rapina al treno di Ronnie Biggs e i suoi fantastici amici?
E chi avrebbe mai immaginato che Ronnie Biggs, dopo quella fenomenale rapina, avrebbe passato la maggior parte della sua vita fuori dalla gabbia?
Ecco, questa settimana, per una volta proverò a essere ottimista e a sperare che da quelle isole popolate da signori un po’ originali (cit.), questo giovedì possa arrivare un pur flebile segnale per la sinistra nel mondo.
Quindi adesso mi tocco i maroni e vi saluto col pezzo della settimana.
Il pezzo è opera di un uomo che – da bravo inglese – per tutta la sua vita non ha fatto altro che sorprendere ripetendosi, andando anche avanti parecchio e contro ogni previsione.
E a questo punto allora buona settimana e buona fortuna a quegli isolani pazzi.
Jerusalem (The Fall, 1990)
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