Three Reeds Quintet “Across Two Centuries” con David Liebman
Tempo di lettura: 3 minuti
da: organizzatori
DAVE LIEBMAN tenor & soprano sax, indian wood flute
FEDERICO BENEDETTI alto sax
ROMANO PRATESI bass clarinet
PAOLO GHETTI bass
MAURO BEGGIO drums
THREE REEDS QUINTET ACROSS TWO CENTURIES
1 Across two centuries (F.Benedetti)
2 Boo Doo (L.Konitz)
3 Pablo’s story (D.Liebman)
4 Like a monkey in a rocket (F.Benedetti)
5 Blue Rose (D.Ellington)
6 Brite Piece (D.Liebman)
7 Thingin’ (L.Konitz)
8 Blindfold test (F.Benedetti)
9 Caruso (L.Dalla)
10 Pendulum (R.Beirach)
Il Three Reeds Quintet nasce dall’incontro di tre jazzisti e strumentisti ad ancia che, conosciutisi nell’effervescente Parigi degli anni Ottanta (Federico Benedetti vi fu giovane allievo di Dave Liebman, Pratesi suonò nelle big band che Benedetti dirigeva, e con lui condivise anche diversi gruppi), hanno deciso di creare questo progetto, sostenuti dalla favolosa ritmica di Ghetti e Beggio.
L’album “Across Two Centuries” è stato realizzato grazie al sostegno di AMF – Scuola di Musica Moderna di Ferrara e l’etichetta bolognese To Be Jazz ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali.
L’uscita ufficiale del cd fisico è prevista per il 16 settembre.
Scegliendo la coraggiosa formula del gruppo “pianoless”, privo dunque di strumento armonico, il “Three Reeds Quintet” va decisamente nella direzione della libertà contrappuntistica, dell’interplay e dello scambio improvvisato tra i membri, ed in particolar modo tra le “tre ance” che costituiscono la “front line”. Il repertorio è fortemente ispirato al gruppo guidato da Elvin Jones a cui Liebman partecipò negli anni ‘70 (con Steve Grossman e Gene Perla al basso, storica registrazione blue note “live at the Lighthouse” del 1972), e di cui il gruppo interpreta un brano, scritto da Liebman stesso, “Brite Piece”. Fanno parte del repertorio alcune composizioni di Liebman, alcune di Benedetti, tutte in quella corrente del jazz “modale” sviluppatasi in quegli anni, ed un paio di composizioni di
Lee Konitz, per il quale “le tre ance” nutrono un “culto” particolare. Al posto del consueto “tribute” a John Coltrane, spesso d’obbligo nei concerti di Liebman, il quintetto suona “Blue Rose” di Duke Ellington, considerato il precursore dei cosiddetti “Coltrane Changes”, mostrando come nel jazz ci sia sempre stata grande coerenza tra tradizione e avanguardia.
Dave Liebman è senza alcun dubbio uno dei più importanti jazzisti del mondo, grande specialista del proprio strumento oltre che didatta di qualità eccezionale. Dopo la sua militanza nel gruppo di Miles Davis negli anni ‘70, le sue partecipazioni sono innumerevoli accanto ai più grandi: Elvin Jones, Chick Corea, Mc Coy Tyner, etc. Il suo storico gruppo Quest resta una delle più stimolanti esperienze dell’avanguardia jazz degli ultimi trent’anni. Di grande rilievo è anche il più recente “Saxophone Summit” con Joe Lovano e il compianto Michael Brecker. Website: www.daveliebman.com
Federico Benedetti comincia la propria carriera jazziztica a Parigi negli anni Ottanta, dove suona con Sam Woodyard, Jacky Terrasson, Benny Bailey, Illinois Jacquet, Glenn Ferris, Peter Bernstein, Kenny Clarke, Etienne Mbappé, Onzy Mathews, etc, svolge un’intensa attività di compositore e dirige diverse big band. Dal 2008 torna a vivere in Italia, dove collabora con Pietro Tonolo, Paolo Birro, Kyle Gregory, etc. Dopo avere insegnato nei conservatori di Udine, Vibo Valentia, Bari, Genova, Alessandria, oggi è docente di composizione jazz, sax e clarinetto al Conservatorio di Ferrara. Website: www.federicobenedetti.com
Romano Pratesi, dopo un’intensa attività nella regione Toscana, che lo porta ad affiancare Bruno Tommaso, Joe Lee Wilson, S.De Boni, M.Ciolla, comincia degli anni Novanta la sua collaborazione con gli ambienti musicali dell’avanguardia parigina, dove suona con Daniel Beaussier, Emmanuel Bex, Toni Rabeson, Patrick Fradet, Rasul Siddik. Tra i suoi più recenti progetti è “Rubber Band”, Dave Liebman, Ares Tavolazzi ed il batterista svizzero Daniel Humair. Website: www.romanopratesi.com
Paolo Ghetti ha affiancato, durante il suo lungo percorso come sideman, colleghi importanti come Pat Metheny, Peter Erskine, Pat Martino, Steve Coleman, Lee Konitz, Cedar Walton, Enrico Rava, ricercando in ogni occasione l’arricchimento musicale e umano che lo hanno portato a una grande versatilità, solidità ritmica, interplay. Recente è il suo progetto “Profumo d’Africa”, in cui riveste il ruolo di compositore e leader. Insegna contrabbasso e musica d’insieme nei conservatori di Bologna e Adria. Website: www.paologhetti.com
Mauro Beggio è uno dei batteristi italiani più richiesti come sidemen sia dagli stranieri (Lee Konitz, Toots Thielemans, Palle Danielsson, Kenny Wheeler, Franco Ambrosetti, Paul Bley, Glenn Ferris, Johnny Griffin, etc.) che dagli italiani (Enrico Rava, Franco D’Andrea, Franco Cerri, Enrico Intra, Stefano Bollani, Flavio Boltro, Massimo Urbani). È’ oggi il batterista del trio di Enrico Pieranunzi. Website: www.maurobeggio.com
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