Thomas Kirkpatrick, maestro del Jazz Bebop:
quando un fotografo batte i piedi invece di scattare.
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Mi è sempre piaciuto ascoltare musica Jazz e Blues, anche se non ne ho un’ottima competenza e conoscenza a livello di artisti. Quando ti piace una cosa, a volte non sai neppure il motivo, ti piace perché ti da un emozione e ti fa sentire bene. Serve altro?
Chissà se gli eventi succedono per caso o se esiste una logica nel nostro percorso esistenziale. Nell’estate del 2020 un amica, con la mia stessa passione per la fotografia, mi chiese di accompagnarla per fotografare una Jazz band che si esibiva a Bondeno di Ferrara, nel parchetto adiacente l’acquedotto del paese matildeo.
Fu lì che conobbi e apprezzai tantissimo il Maestro Thomas Kirkpatrick e la sua band The Jazz Workshop Orchestra.
Il Jazz che stavo ascoltando era qualcosa di più, era un Jazz che entrava e dava ritmo, coinvolgeva, e trascinava il pubblico nella musica che usciva dagli strumenti. Io quasi mi dimenticavo di scattare, incantato dal loro modo di fare Jazz, e non potevo che seguire il ritmo a suon di battiti che continuavo a fare con il piede destro sul selciato.
Continuai a seguire Tom tutta l’estate nelle sue esibizioni.
Ricordo che una sera, una di quelle serate a fine estate, quando ti devi mettere la giacca e il tempo minaccia pioggia, ugualmente il Maestro e la sua Jazz band avevano iniziato a suonare sul piccolo selciato che costituiva il loro palchetto. Al primo tenue gocciolare decise di spostarsi sotto ad un grande albero che fungeva da ombrello, continuarono a suonare come in un apoteosi di strumenti perfettamente in sintonia tra di loro. Noi, il pubblico, ci mettemmo attorno ai musicisti creando come una specie di famiglia.
Tom tolse la sua tromba dalla bocca, si rivolse al pubblico e disse: “Il Jazz è anche questo, sentire il calore del pubblico, il pubblico come parte integrante della Band.”. Ringraziò e continuò a suonare.
Thomas Kirkpatrick è considerato a pieno titolo tra i più importanti musicisti Jazz al mondo, è nato in Ohio (USA) e suona Jazz Bebop: tempi veloci e melodie tortuose.
Inizia a studiare musica al pianoforte per poi passare alla sua grande passione: il Jazz e la tromba. Frequenta la Bowling Green State University e la Julliard School of Music. Lui stesso, nonostante le importanti scuole di musica, si descrive come essenzialmente autodidatta.
Arriva a Ferrara dopo tantissime tournee, per citarne solo alcune, New York, Giappone, Danimarca e Olanda, dove promuove una prestigiosa scuola di Jazz. E tantissime le sue esperienze con i migliori Jazzisti di fama mondiale, tra cui Billy Higgins, Charles Davis, Chet Baker, Harold Mabern, Lou Donaldson, Walter Bishop, Max Roach, George Coleman e Clifford Jordan.
A Ferrara, durante una tournee, conosce la sua attuale moglie e si stabilisce a Bondeno (FE) dove ora lavora e insegna il Jazz.
Nella stagione invernale, vado ad ascoltarlo in un locale lungo le sponde del nostro Grande Fiume, dove, con la sua The Jazz Workshop Orchestra, ci fa inesorabilmente battere il piede a tempo di Jazz!
In copertina e nel testo: Thomas Kirkpatrick e la sua The Jazz Workshop Orchestra (foto di Valerio Pazzi)
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Valerio Pazzi
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