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Davide contro Golia? Quella è roba vecchia, un bluff al confronto. Qui signori si fa sul serio, e la sfida è assai più ardua, impari, impossibile. Una canoa indiana contro una corazzata, una pulce dell’informazione contro un dinosauro fatto e finito, antico ma sempre in ottima salute. I gladiatori in campo: Ferraraitalia.it contro Coca-cola Company: “Non si accettano scommesse”. Nelle righe seguenti, il nostro autorevole quanto scatenato columnist Radio Strike lancia il guanto di sfida: da leggere e ascoltare. A proposito, voi da che parte state?
(Effe Emme)

Sono riusciti a far smettere di bere acqua a tutto il centro/sud America, si prendono tutta l’acqua ovunque mettono piede ma adesso smettono di fare pubblicità su internet – troppo odio su Facebook – per un mese e niente: la notizia è solo quella.
Ma chi saranno mai?
Ma ovviamente i sempre mostruosissimi – e sempre più paraculi – ometti della sempre mostruosissima Coca-Cola Company.
Mi sembra ieri quando in quasi tutte le librerie era presente l’espositore dei cari vecchi Millelire di Stampa Alternativa.
Mi sembra ieri se penso alla volta in cui sganciai le mie mille lire per portarmi a casa quel loro librino che elencava minuziosamente lo schifo perpetrato da anni dagli uomini della Coca-Cola nel mondo.
È passato del tempo e tutto è come prima, i Millelire di Stampa Alternativa sono ormai solo su internet (scaricabili gratis) ma evidentemente – visto che nessun giornalista/commentatore ha tacciato di ipocrisia “il marchio più famoso del mondo” – scaricare quel librino sulla Coca-Cola è troppo faticoso.
Mi ricordo però anche una puntata di Report di qualche anno fa, ovviamente disponibile su RaiPlay, in cui si racconta per filo e per segno come si è evoluto il comportamento del “marchio più famoso del mondo” in Messico e – sorpresona – anche nel nostro bel paese.
Evidentemente, dato che il fatturato di quell’azienda maledetta cala giusto un po’ ma non arriva mai a crollare davvero, molta gente continua a bere quella roba buona giusto per sturare i lavandini.
Ad ogni modo le porcate della Coca-Cola le conoscono anche i sassi, c’è poco da girarci attorno.
Ogni volta che qualcuno che conosco – generalmente una persona intelligente e sempre informata che magari considera Bolsonaro un cretino – si apre una di quelle lattine o bottiglie mi scatta sempre quella domanda nel cervello e a volte dal cervello mi casca in bocca: ma ancora i soldi a quelli?
La metà delle volte mi si risponde con un generico “è buona”, risposta che trovo quasi rispettabile.
L’altra metà delle volte invece mi guardano un po’ così, tipo un pollo di Tijuana che ha respirato troppo fumo passivo e restano zitti.
È un silenzio molto esplicativo, è il silenzio dello schifo che stiamo facendo tutti quanti da ormai troppi anni qua, su questo sassolone su cui siamo capitati.
La chiudo qui prima di trasformarmi in un Gianni Minà dei poveri ma aggiungo una cosa ancora: magari provate a non dare soldi a quei bastardi.
Buona settimana.

Coca Cola Douche (The Fugs, 1970)

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