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Una strana nausea mi perseguita ormai da giorni: è la fantasmagorica nausea provocatami dal folle dibattito sul fottutissimo natale.
Ogni anno penso a come – ogni anno – il mio disgusto per questa ricorrenza aumenti sempre più e, incredibile: pure quest’anno la mia insofferenza è aumentata di nuovo.
Quest’anno – si dice – il natale sarà diverso dal solito e purtroppo sappiamo tutti perché.
Tuttavia, il vero motivo della mia nausea potenziata non è tanto il natale in sé.
La causa vera e propria è solo una: il dibattito sullo shopping natalizio in piena pandemia.
È certamente vero che i soldi sono tanti – milioni di milioni – ma è più forte di me: mi chiedo come si possa desiderare con così tanto ardore l’acquisto di svariate puttanate da scambiarsi con parenti, congiunti, serpenti ecc.
Capisco tutto, questa vita è piena di insidie, ansie varie, disguidi, oneri orribili e ok, il santo natale può essere un momento di pace e rilassatezza grazie anche alle suddette puttanate comunemente dette “regali di natale”.
Però è più forte di me, sarò spartano, frugale, forse anche solo fancazzista o boh, stronzo e basta ma: negli anni ho visto persone che perdevano neuroni, cellule epatiche e tanto altro ancora solo per comprare i merdosi regali di natale.
C’è gente che ci pensa già a luglio, per dio.
Davvero si può vivere così?
Davvero, noi cittadini – ma prima di tutto consumatori – saremo autorizzati dai nostri governanti a fiondarci sotto natale presso vari affollatissimi esercizi per far girare la merdosissima economia?
Boh.
Come al solito io spero vivamente che questa carnevalata salti per aria.
Temo però che nemmeno questo strano periodo storico in cui ci siamo ritrovati sia sufficiente a far saltare il baraccone, un po’ com’è successo con quell’altro baraccone che è la serie A.
So bene che per molti questo mio paragonare il natale alla serie A possa suonare un po’ blasfemo ma è inutile girarci attorno: oltre alle mie palle l’unica altra roba che gira sono dei gran soldi.
Buona settimana a tutti e W Gesù Bambino, cordiali saluti.

The money will roll right in (Nirvana, 2009)

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