Forse capita anche a voi. Io molte volte non so cosa pensare dell’America – scrivo America e penso agli Usa, anche se l’America è cosa assai più grande degli grandi States of America. Mi spiego meglio: dell’America penso tante cose, anche ora che quel tremendo video ha fatto il giro di tutti i media, ma due cose in particolare. Due Americhe in una. L’America che a distanza di un secolo e mezzo dall’assassinio di Lincoln (1865) e a più di cinquant’anni da quello di Martin Luther Ling (1968), si scopre ancora profondamente razzista. E, nello stesso tempo, l’America infiammata dai cortei di protesta (anche quella è su tutti gli schermi): l’America della libertà, della democrazia, delle minoranze, delle battaglie civili. Ancora una volta, le due facce (diversissime) dell’America: l’impero del male e la terra della libertà, la prepotenza neocolonialista e il rispetto per la libertà di espressione, il ciuffo ossigenato di Trump e le migliaia di manifestanti per George Floyd a Minneapolis e in tutte le città d’America.
Confesso: non mi piace l’America. Ma neppure mi piace chi non vede quanto di buono, di vivo e vitale scorre nelle vene di questo grande Paese. Mi piace invece (più sotto) la caustica riflessione sulla nascita della Nazione America del nostro collaboratore che si firma Radio Strike. Anche questa volta il suo pensiero e il suo brano musicale sfuggono la banalità e colgono nel segno. Buona lettura e buon ascolto.
(Effe Emme)
Come tutti anch’io sono ancora scosso dal problema degli Stati Uniti d’America.
Il problema però – purtroppo – non è il razzismo, il problema sono gli Stati Uniti d’America.
C’è poco da girarci attorno.
Secoli di schifo in un paese fondato sullo schifo non si possono derubricare alla “semplice” voce “razzismo”.
Come europei potremmo e dovremmo stare tutti zitti in quanto complici/cofondatori di quell’abominio, certo.
È evidente però che c’è dell’altro ed è evidente che il bug di quel paese è un bug che proviene da una nave di pazzi bigotti scappati dalla vecchia Inghilterra perché troppo bigotti e rompicoglioni persino per quella vecchia Inghilterra.
Quel bug poi è mutato proprio come uno dei tanti virus che convivono con noi trasformandosi in qualcosa di assai peculiare che attacca anche le vittime stesse di quel bug ma vabbè come europeo forse è meglio se rimango zitto.
Buona settimana.
Theme for an imaginary Native American coup d’état in the Us (Brian Ano, 2020)
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