Nonostante la Nazionale maschile della Spagna sia una delle più vincenti, innovative ed emulate Nazionali degli ultimi quindici anni, lo spazio che i media spagnoli le hanno dedicato negli ultimi anni è incentrato perlopiù sulla figura e sulle parole dell’allenatore Luis Enrique, il cui rapporto con gli stessi media è sempre stato un po’ difficile.
Tale rapporto si è ulteriormente inasprito a partire dall’estate del 2018, cioè quando è cominciata la sua prima esperienza sulla panchina della Spagna: già dalla conferenza stampa di presentazione, il tecnico asturiano ribadì ai giornalisti che a lui non interessava essere simpatico o accomodante e che avrebbe interagito con loro senza alcun filtro. Un atteggiamento, questo, che aveva contraddistinto il suo triennio sulla panchina del Barcellona [Qui], e che nell’ultimo periodo sta avendo un’enorme risonanza mediatica, specialmente dopo la conferenza stampa dello scorso 5 ottobre. In quell’occasione Luis Enrique rispose così alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se avesse letto o meno le critiche della stampa spagnola alle sue convocazioni.
“Non mi arrivano notizie delle critiche perché non vi leggo, non vi ascolto. Per me, è la stessa lista di sempre. Non vi leggo perché credo di sapere più di calcio della maggior parte di voi, e ho più informazioni di voi. Tra le opinioni che posso leggere, non ce n’è una che possa interessarmi.”
Aggiungete a tutto ciò il fatto che, da giocatore, lo stesso Luis Enrique è passato dal Real Madrid al Barcellona, accogliendo a braccia aperte la filosofia del club blaugrana ed esportandola poi in altri contesti. Data l’acerrima rivalità – non solo calcistica, ma anche politica, linguistica e sociale – tra la Catalogna e la capitale spagnola, va da sé che buona parte della tifoseria madridista serba un po’ di rancore nei suoi confronti, accusandolo addirittura di non convocare volontariamente i giocatori del Real Madrid in Nazionale. Basti pensare che in occasione della finale di Nations League tra Spagna e Francia qualche tifoso dell’undici blanco, nonché dei giornalisti e opinionisti filo-Madrid, hanno espressamente simpatizzato per la Francia di Karim Benzema – capitano e simbolo del Real Madrid di questi ultimi anni – anziché per la propria Nazionale. Ad aggiungere benzina sul fuoco ci ha pensato poi l’account Twitter dello stesso Real Madrid [Qui], complimentandosi con la Nazionale francese e il già citato Benzema per la vittoria.
Insomma, per un motivo o per l’altro Luis Enrique è lontano dall’avere quella popolarità trasversale che, ad esempio, appartiene al suo collega Roberto Mancini. L’allenatore asturiano, infatti, non concede interviste a singole emittenti o a singoli giornalisti e non presta il suo volto a campagne pubblicitarie. Nel frattempo, la sua Spagna è una squadra sempre più sicura di sé e dei suoi mezzi: ha uno stile di gioco ben definito, si trova a suo agio nelle avversità e ama prendersi dei rischi. Luis Enrique ha ridato un’identità alla Nazionale spagnola, poiché adesso ciascun giocatore sa benissimo cosa fare, come farlo e quando farlo. È tuttavia un gruppo piuttosto giovane, e può peccare di inesperienza o precisione nei momenti chiave, ma tutto ciò a Luis Enrique non interessa granché: vuole che la sua squadra giochi come sa, senza condizionamenti. E, perlomeno sotto quest’aspetto, la Spagna di oggi somiglia moltissimo al suo allenatore.
Cover: foto di EFE
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Paolo Moneti
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