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A lato di ciascun campo da baseball c’è un’area in cui i lanciatori effettuano il riscaldamento: per il pubblico nordamericano è il cosiddetto bullpen, cioè “il recinto dei tori”. Nonostante quest’espressione venga utilizzata da più di un secolo – e precisamente dal dicembre del 1915 – la sua origine è tutt’oggi dibattuta, così come è dibattuto il suo utilizzo.

La teoria più chiacchierata sull’origine del nome bullpen è quella che risale agli ultimi anni del 1800, un’epoca in cui i botteghini degli stadi statunitensi vendevano biglietti extra a prezzo stracciato nei minuti successivi all’inizio delle partite. Dato che non c’era più posto sugli spalti, coloro che acquistavano quei biglietti assistevano all’incontro in piedi, stipati in un’area recintata a lato del campo. La somiglianza di quest’immagine con gli allevamenti intensivi di bovini fu colta da gran parte del pubblico del baseball; così, non appena quell’area venne recintata e adibita al riscaldamento dei lanciatori, assunse il nome di bullpen.

Un’altra ipotesi è quella che coinvolge i cartelloni pubblicitari del tabacco più in voga nella seconda metà del 1800, il cui simbolo era, per l’appunto, un toro [Qui]. Ebbene, quei cartelloni campeggiavano un po’ ovunque all’interno degli stadi statunitensi, e in particolare nei pressi dell’area in cui si allenavano i lanciatori. Ciò ispirò i tifosi dell’epoca nel dare un nome a quello spazio.

Un’ulteriore ipotesi l’ha fornita il cronista Jon Miller, voce ufficiale dei San Francisco Giants dal 1997. Miller sostiene che il nome bullpen sia da attribuire a un vero e proprio allevamento di tori, situato nelle immediate vicinanze del primo campo da gioco degli stessi Giants, ossia lo storico Polo Grounds di New York, città in cui fu fondata la franchigia.

Sta di fatto che, mentre il dibattito sull’origine è ben lontano dal giungere a una conclusione, qualche mese fa l’espressione bullpen è stata messa in discussione dalla PETA, la principale associazione statunitense a sostegno dei diritti degli animali. Quest’ultima, infatti, ha proposto alla MLB di sostituire bullpen con un più generico e apparentemente neutro arm barn, eliminando così qualsiasi possibile riferimento agli allevamenti intensivi di bovini.

Tuttavia, stando al sito Urban Dictionary, pare che arm barn sia un’espressione slangata con cui ci si riferisce a una pratica sessuale [Qui]. Al di là del significato, però, l’iniziativa della PETA ha dato il via a una discussione che, per quanto possa sembrare innocua e superficiale, è un ulteriore spunto di riflessione sull’adeguatezza e sulla sensibilità sociale delle parole che scegliamo di usare.

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Paolo Moneti

Sono un pendolare incallito a cui piacciono un sacco le lingue straniere e i dialetti italiani. Tra un viaggio e l’altro passo il mio tempo a insegnare, a scrivere articoli e a parlare davanti a un microfono. Attualmente collaboro con Eleven Sports, Accordi & Spartiti, Periscopio e Web Radio Giardino.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it