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Ciò che è successo ieri a Melbourne sarebbe l’epilogo perfetto di un film o un documentario su Rafa Nadal: il record dei 21 Slam, giunto al termine di una rimonta folle e imprevedibile, è infatti la sublimazione di un’intera carriera, nonché il modo ideale per chiudere il cerchio della sua legacy. Di conseguenza, se fossimo al cinema o davanti a un biopic di Netflix, dopo una vittoria del genere ci aspetteremmo i titoli di coda poiché faremmo fatica a immaginare una chiusura migliore di quella.

La carriera di Nadal, invece, andrà avanti ancora per un po’, ed è probabile che tra qualche mese ci ritroveremo a commentare il superamento di quello stesso record. Nel frattempo, prendiamoci il tempo necessario a digerire l’assurdità e l’epicità dell’impresa di ieri: basti pensare che, dopo aver perso malamente i primi due set, le chance di vittoria di Nadal – quelle mostrate da Eurosport durante un cambio campo – si aggiravano attorno al 4%. Aggiungete a tutto ciò le cinque ore e mezzo di gara, i dieci anni d’età che separano lo stesso Nadal da Medvedev e, soprattutto, il fatto che il 35enne maiorchino non giocava con regolarità da agosto 2021 a causa di una patologia al piede sinistro con cui fa i conti da molti anni.

Infine, date un’occhiata alle prime pagine dei giornali spagnoli di oggi [Qui] e, se vi piace l’idea di immortalare l’unicità del presente, datevi da fare per conservarle il più a lungo possibile: salvatele, condividetele, commentatele. Insomma, trattatele come quel biglietto del cinema di molti anni fa che custodite gelosamente da qualche parte.

Cover: foto di Beth Wilson

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Paolo Moneti

Sono un pendolare incallito a cui piacciono un sacco le lingue straniere e i dialetti italiani. Tra un viaggio e l’altro passo il mio tempo a insegnare, a scrivere articoli e a parlare davanti a un microfono. Attualmente collaboro con Eleven Sports, Accordi & Spartiti, Periscopio e Web Radio Giardino.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it