Terminale multimediale mononeuronale
E che poi non mi si venga a dire che sono il solito cinquantenne nostalgico che propone solo la roba dei tempi suoi…
La verità è che di musica buona oggi ce n’è veramente poca ahimé. Però ogni tanto capita di trovare una leggiadra margherita in questo deserto di sabbia e roccia spazzata dal vento. Un fiore in grado di resistere all’arsura, un po’ di colore che ravvivi il grigiore imperante. Un grido d’allarme, tra il serio e il faceto, più sussurrato che urlato. Ma preciso, inequivocabile, dirompente e probabilmente… inutile!
Sì inutile… perché, diciamocelo, non sarà certo una canzonetta a farci cambiare le nostre care abitudini, a farci abbandonare le nostre coperte di Linus, comode, rassicuranti, tecnologiche… indispensabili!
Multimediale: parola magica che provoca orgasmi della zona limbica. W il controllo digitale delle emozioni!
Macché smorfie e conseguenti rughe d’espressione; ma quali gestacci, spintoni e scomode posture… Nulla di tutto ciò: basta una qwerty e un buon numero di faccine, poi un dito, uno soltanto, e il gioco è fatto… La nostra linea diretta col mondo è pronta!
Certo, la connessione è importante, ma ormai è solo un dettaglio. L’importante è essere interattivi e multimediali, ovvero poter scambiare suoni e voci, immagini fisse e in movimento, informazioni di tutti i tipi. Tutto rigorosamente a distanza, ovvio!
Non sia mai che a qualcuno saltasse in mente di incontrarsi da qualche parte, scambiarsi suoni e voci, immagini fisse e in movimento, informazioni di tutti i tipi… arrivando persino a fare quattro chiacchiere faccia a faccia, e magari rischiare pure di toccarsi! Chissà come potrebbe reagire il nostro apparato corticale, assuefatto alla flat ma impreparato a una roba strana, arcaica e sconveniente come l’odore…
Non me ne frega niente (Levante, 2017)

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Carlo Tassi
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)