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da: ufficio comunicazione eventi Unife

Siamo alle soglie di un periodo di vacanze. Sarà tempo guadagnato o tempo perso?

Su questo argomento ha recentemente tenuto una conferenza Marco Bertozzi del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife.
Tempo guadagnato – afferma Bertozzi – è il titolo di un libro di Wolfgang Streeck, filosofo, sociologo ed economista della Scuola di Francoforte, che esamina le vecchie e più recenti crisi economiche causa delle bolle speculative. Perché tempo guadagnato? E’ un tentativo di prendere tempo con l’aiuto del denaro, per arginare il crollo del sistema economico. Dunque, si parla del tempo attraverso il lessico dell’economia come fosse una merce preziosa, che possiamo perdere, sprecare o guadagnare. La nostra vita è regolata dal tempo meccanico, globalmente sincronizzato da Oriente a Occidente. Immaginiamo una torre con un enorme orologio, da cui viene scandita la nostra esistenza in base ai ruoli che ricopriamo nelle varie fasi della giornata e della vita. Ma il tempo non basta mai: ci vorrebbero più ore per fare tutto ciò che dobbiamo e ci sentiamo sempre in debito.
C’è un altro modo di sentire il tempo? Diceva Sant’Agostino, che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. Ma che ne è del tempo delle nostre prossime vacanze? Sarà diverso dal tempo di lavoro? Oppure lo organizzeremo allo stesso modo, con la frenesia che contraddistingue l’età moderna? Fra ‘800 e ‘900, il nostro mondo ha subito una forte accelerazione e nelle metropoli si va sempre più di fretta. Il tempo stringe. Siamo forse noi o il tempo a scorrere così velocemente? Quali sono i limiti tra un ordinario/ordinato funzionamento del tempo e gli eccessi, che sfociano in patologie?
Insomma – conclude Bertozzi – il nostro rapporto con il tempo risulta misterioso, difficile, faticoso. Sembra che la nostra moderna esperienza del tempo sia, come diceva James Joyce, di trascorrere la vita come se ogni istante fosse il prossimo. Il tempo è fuori asse, non quadra, si lamentava lo sfortunato Amleto: che maledetta seccatura essere nati per rimetterlo a posto (senza mai riuscirci)!

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