Tassinari, il maestro flautista di Santa Cecilia che formò Gazzelloni
“MUSICI” FERRARESI DEL SECONDO OTTOCENTO
Arrigo Tassinari
Nato a Cento, Arrigo Tassinari (1889-1988) fu il flautista prediletto di Toscanini. Con il grande maestro egli suonò alla Scala fra il 1921 e il 1933, diventando uno dei suoi collaboratori più fidati ma non esitando a definirlo «buono e generoso quando non era sul podio; terribile e intrattabile quando impugnava la bacchetta».
Cominciò fin da ragazzino a cimentarsi con il flauto, si iscrisse all’età di quindici anni al Conservatorio di Bologna, a diciotto si diplomò e intraprese la sua ultrasessantenne attività di musicista in giro per il mondo.
Esordì a Cento nel Trovatore, quindi si spostò a Forlì, a Trento, a Rovereto, a Palermo. Ma la svolta della sua carriera avvenne nel 1910, allorché gli fu chiesto, dopo essersi mirabilmente esibito a Rovigo nel Mefistofele, di passare alla Scala di Milano. In seguito andò in tournée in Argentina con Enrico Caruso e Titta Ruffo, insieme ai quali eseguì una memorabile edizione de I pagliacci.
Trasferitosi a Bologna nel 1917, incontrò alla fine del primo conflitto mondiale il maestro Arturo Toscanini, del quale divenne primo flauto alla Scala. Nel 1933, lasciato Toscanini che, avverso al fascismo, si era trasferito negli Stati Uniti, Tassinari si dedicò alla musica concertistica e all’insegnamento, svolgendo quest’ultima attività in specie a Roma presso il Conservatorio di “Santa Cecilia”, dove rimase per ben venticinque anni. Dalla sua scuola uscirono i maggiori flautisti italiani, fra i quali il celebre Severino Gazzelloni.

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Riccardo Roversi
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)