Ci sono giorni in cui mi sveglio – tipo una volta al mese – e mi faccio una domanda: cos’è che mi sta più a cuore e amo di più?
È in quei momenti che raccolgo tutta la mia solidità di principi e mi rispondo ad alta voce da solo, fiero e orgoglioso: la libertà e la democrazia.
Cosa c’è di più bello della libertà e della democrazia?
Penso proprio niente, neanche il caffè del mattino.
A volte però, specie quando sono insieme agli amici dell’associazione “talebani della democrazia” – associazione che ho fondato ormai quasi dieci anni or sono – mi ritrovo a soppesare qualche magagna della libertà e purtroppo anche della democrazia.
Ma va bene così, è un po’ come con le persone a cui vuoi bene.
Si ride, si scherza, ci si manda a cagare, ci si mangia la faccia ma poi scoppia sempre la pace: uguale sputato alla libertà e alla democrazia.
In fondo non esiste un modo di vivere migliore, forse c’è solo un altro stile di vita che si può avvicinare – ma proprio poco poco – a questo bel vivere.
Così, specie quando mi riunisco agli amici della nostra associazione “talebani della democrazia”, mi ritrovo a discutere di quest’altro bel modo di vivere che solo vagamente si avvicina timidamente alla libertà e alla democrazia.
Finiamo sempre per dimenticarci qual è quest’altro bel modo di vivere ed è a quel punto che, dopo almeno 3 birre e con le carte in tavola, iniziamo tutti a ricordarci piano piano, a turno, qual è ‘sto benedetto modo di vivere che, in un’epoca futura, potrebbe seriamente superare la libertà e la democrazia nella classifica dei migliori modi di vivere.
Ebbene: questo modo di vivere purtroppo non ha ancora un nome.
È un modo di vivere fatto di pratiche ben codificate e condivisibili da una collettività per ora solo ristretta ma in futuro ampliabile all’intera razza umana.
Una di queste pratiche, codificata ormai da secoli è: bere responsabilmente delle birre giocando a carte.
Un’altra è: scommettere contante in pezzi di piccolo taglio, solitamente monetine da 1 o al massimo – e solo con pagamento di penale – 2 centesimi.
Ma la mia preferita resta forse questa: ascoltare i Blue Oyster Cult bevendo delle birre, scommettendo contanti in pezzi di piccolo taglio.
Tutto questo mentre nel frattempo si gioca anche a carte, tutto insieme, tutto in un secchio.
Ammetto che tutto questo possa sembrare scemo ma suvvia, siamo seri: le cose apparentemente sceme sono anche uno dei più solidi pilastri su cui si reggono la libertà e – chi l’avrebbe mai detto? – anche la democrazia.
Quindi di nuovo, suvvia, siamo seri: la libertà e la democrazia sono due cose bellissime, le mie preferite.
Però a volte mostrano un po’ la corda.
Come potremmo spiegare altrimenti, tutto questo spettacolare, debordante fiorire di teorie complottare?
Ma con la libertà e la democrazia.
Tutti quanti ne abbiamo bisogno, tranne forse quelli che al mattino non bevono il caffè bensì altre bevande tipo boh, anche la coca-cola.
Ne conosco un paio che lo fanno da anni, sembrano comunque in salute, e – incredibile – non hanno mai sentito il bisogno di uscirsene fuori dicendo che Jovanotti in realtà è un agente della Cia coinvolto con il caso Emanuela Orlandi, Kennedy è stato ucciso da Elvis, Nick Cave è il più grande musicista della storia, Beethoven era sordo, David Foster Wallace è il più grande romanziere di sempre, 天ice è la guida definitiva all’informazione illuminante, Cristo è morto per il freddo, Lars Ulrich è un batterista scarso, Ringo Starr è un batterista scarsissimo.
Ad essere sincerissimi nemmeno io ho mai sentito il bisogno di uscirmene con una tale mitragliata di castronerie e bazzecole anche se al mattino non faccio colazione con coca-cola e gelatine alla frutta bensì con caffè e sigaretta, ricciola a volte quando mi va bene con le scommesse.
Al massimo, saltuariamente, quando sono particolarmente stanco, posso urlare ai quattro venti che Henry Ford fece costruire un motore che funzionava a piscio installato su un telaio costruito con scarti derivanti dalla lavorazione del dado da brodo, il tutto sotto una solidissima carrozzeria costruita con una complessissima fibra ottenuta lavorando il rosmarino.
Ma questi sono solo episodi e poi chissà, magari in un bel magazzino della Ford questa splendida autovettura potrebbe esistere.
Tuttavia sono convinto di una cosa: i Blue Oyster Cult funzionano come i vaccini.
Quella sezione ritmica così fluida e al tempo stesso compatta, coadiuvata da quelle chitarre a volte apparentemente automatizzate, con in sottofondo quel tastierume un po’ così, ultraterreno su cui poi si appoggiano quelle voci a volte isteriche e a volte – di nuovo – ultraterrene ma occasionalmente anche catatoniche e declamanti cose che possono vagamente sembrare kulte, forniscono il giusto equilibrio mentale atto a impedire al cervello umano l’abuso di castronerie e bazzecole.
O almeno: tutto questo, combinato alle birre bevute responsabilmente e alla concentrazione derivante dal giocare a carte soffoca la faciloneria con cui taluni – e anche talaltri – strombazzano i propri peti in varie forme contro la collettività.
Colgo dunque l’occasione gentilmente offertami da questo spazio per porgere alla collettività questa mia modesta proposta: ascoltate i Blue Oyster Cult, fanno bene alla salute mentale di tutti.
Boorman the Chauffer (Blue Öyster Cult, 1974)
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