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da: Ferrara sotto le Stelle 2015

Reduce dal successo dell’album “Benji”, acclamato dalla stampa di tutto il mondo, l’ex leader dei Red House Painters Mark Kozelek è unanimemente riconosciuto come uno dei migliori songwriters degli ultimi anni per il suo folk-rock intimo e confessionale e le non comuni doti liriche. Uno dei migliori poeti della musica contemporanea nella sua piena maturità artistica. Ospite d’eccezione della data ferrarese, alla chitarra e alla voce, il leader degli Slowdive, Neil Halstead.

Dopo l’anteprima primaverile scandita dalle sonorità blues di Cody ChesnuTT, la proposta musicale del festival Ferrara Sotto le Stelle torna a toccare corde più classiche e intimiste per il concerto d’esordio della sua ventesima edizione.
Al contrario di ChesnuTT, la cui gentilezza è proverbiale, Mark Kozelek non è una persona facile. Refrattario a interviste e fotografie, invisibile sui social networks che non ama, riflessivo e introverso fino all’umoralità.
Forse è per questo che è uno dei musicisti preferiti di Paolo Sorrentino, che lo ha voluto come attore (nella parte di se stesso) nel suo recente “La Giovinezza” e ha saccheggiato tre suoi brani per la colonna sonora.

“Uno dei maggiori songwriter degli ultimo 25 anni”, ha sentenziato l’influente Ondarock dopo l’uscita di “Benji”, l’album forse meglio recensito dello scorso anno, non a caso finito al primo posto nelle playlist di fine 2014 delle principali testate internazionali.
Ma la sua storia di musicista ha radici che affondano negli anni Novanta, precisamente in quei Red House Painters con cui ha dato voce ad un folk-rock oscuro e minimale, fatto di melodie evocative e testi introspettivi: la band ideale per una label di culto come la 4AD, l’etichetta di Cocteau Twins, Dead Can Dance e This Mortal Coil.
In quattro album con l’etichetta londinese, Kozelek definisce un’estetica inconfondibile, che verrà etichettata come “slowcore” o “sadcore”: folk-rock rarefatto, prevalentemente acustico, ma con significative venature elettriche.
I contrasti con la 4AD provocano il rinvio degli ultimi due album dei Red House Painters: in “Songs for a Blue Guitar” (1996) e “Old Ramon” (2001) cominciano anche a fare capolino gli omaggi ai suoi autori preferiti, da John Denver a Paul Mc Cartney.

L’esordio come SUN KIL MOON, è datato 2003: in Ghosts Of The Great Highway, non mancano sfumature di peculiarità come riff loureediani, sferzate elettriche, corali di archi e accenti di batteria sull’incedere rarefatto. Tiny Cities, del 2005, (un disco di sole cover dei Modest Mouse), è spettrale e scheletrico, un lamento sconsolato dove il cantato è nudo, coperto soltanto da qualche chitarra e pochi violini.
Stesso percorso per i due lavori successivi: in April (2008), disco dalla sorprendente complessità e profondità, ricompaiono crescendo elettrici e brani bluesy, alternati alle consuete ballad acustiche dalle melodie morbide, sebbene gli arrangiamenti rimangano sempre essenziali e misurati. Al disco partecipano due figure di rilievo dell’indie-rock come Will Oldham (Bonnie Prince Billy) e Ben Gibbard (Death Cab For Cutie, The Postal Service); mentre Admiral Fell Promises (2010) è Mark e solo Mark, mai così solitario e nostalgico, ad accompagnare la fragile sensibilità delle narrazioni torrenziali con blue e spanish guitars che infondono calore e danno origine ad incedere asincroni e talvolta vezzosi bolero.
Di nuovo, un contraltare si trova in Among The Leaves (2012), disco più immediato e figlio della prolificità artistica nella carriera del frontman dei Sun Kil Moon; in questo album sono di nuovo batterie spazzolate, contrappunti elettrici e rinforzi corali a dare corpo ad un progetto che trasuda immediatezza, come scritto di getto.
La prova che la carriera di Kozelek è tutt’altro che in fase calante, ma ha raggiunto, col marchio Sun Kil Moon, il proprio apice, risiede nell’album del 2014, Benji. Il compimento di un percorso sonoro e creativo che ottiene il titolo di disco dell’anno per acclamazione plenaria tra le testate del settore, come Pitchfork, NME e l’italiana Rumore.
Fingerpicking pittorico e talvolta ossessivo per sonorità esclusivamente acustiche, addio definitivo alle metafore a favore di racconti di vita vissuti in prima persona, toccanti ed evocative vicende in cui il fato troppo spesso volta le spalle ai protagonisti, brani spesso oltre i 10 minuti, con qualche sapientemente distribuita apertura melodica e corale.
La voce del frontman rimane costante lungo questa evoluzione artistica, si esalta anzichè decadere con l’avanzare dell’età e del tempo, calda, profonda, vellutata, vorticosamente introspettiva.
Inframezzata alla produzione “ufficiale” targata Sun Kil Moon, una serie infinita di album di cover di artisti contemporanei, album da solista e registrazioni dal vivo, progetti paralleli e produzioni per altri musicisti, a testimonianza dell’inesauribile urgenza espressiva e compositiva di Kozelek, che non poteva che sfociare in un immediato successore di Benji, pubblicato il 2 giugno 2015: Universal Themes, titolo antifrastico per un lavoro che restringe ancora maggiormente il focus sul particolare, sul dettaglio infinitesimo e significante di per sè stesso che popola le sue narrazioni musicate: non più metafore ma un flusso di coscienza di fatti.
L’album è già il Disco della Settimana di New Musical Express e ha meritato un lusinghiero 9/10 su Uncut di questo mese.

Proprio sull’onda di questa nuova celebrità e della performance che ha recentemente deliziato il Primavera Sound festival, i Sun Kil Moon si presentano a Ferrara, in una location intima e adeguata a stabilire un contatto con la sensibilità dei brani in scaletta, nelle corde calde della voce e della chitarra di Mark Kozelek, come il Cortile d’Onore del Castello Estense.

L’esibizione ferrarese della band godrà del featuring di un formidabile chitarrista come Neil Halstead degli Slowdive, altro leader del panorama rock desideroso di collaborare con i Sun Kil Moon, dopo le incisioni alla batteria in studio di Steve Shelley dei Sonic Youth.

SUN KIL MOON feat NEIL HASTEAD
Domenica 7 giugno – Cortile del Castello Estense – Ferrara
Ingresso: 15 euro

Orari:
Apertura biglietteria: ore 19:15
Apertura porte: ore 20:00
SUN KIL MOON on stage: ore 21:30

Info: 348-6117254

Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna:

www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:

www.sunkilmoon.com

Il Festival è organizzato dall’Associazione “Ferrara sotto le Stelle” con il sostegno del Comune di Ferrara, dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.

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