Alla faccia dell’Internazionale! vien da dire pensando a Totò. In concomitanza con l’inaugurazione del festival che la proietta in una dimensione cosmopolita, Ferrara non ha resistito alla tentazione di esibire anche la propria anima strapaesana, con la sua silhouette più ‘smandrappata’. Così, gli ospiti e il pubblico (che in gran parte è anche turista) anziché godere lo spettacolo di monumenti e bellezze architettoniche, questa mattina ha potuto ammirare magliette e reggiseni del mercato.
Ma possibile non si potesse – almeno per un venerdì – evitare lo scempio del centro storico con i banchetti degli ambulanti, che oltre all’immagine borgatara, creano un oggettivo intralcio al transito delle migliaia di persone che rapidamente tentano di spostarsi da un luogo all’altro?
Non bastasse, in piazza Castello – come d’altronde capita tristemente ogni giorno – si può ‘ammirare’ il disordinato parcheggio di mezzi addetti al carico-scarico e di altri veicoli tranquillamente in sosta (una quarantina), alla faccia dei divieti e delle limitazioni dell’area monumentale pedonalizzata.
Insomma, se nelle peggiori tradizioni, quando non si riesce a rigovernar casa prima dell’arrivo di ospiti di riguardo, si butta la polvere sotto al tappeto, a Ferrara non siamo riusciti a celarci neppure dietro al velo della più trita ipocrisia borghese. Non si sarebbe risolto il problema – un problema che prima o poi dovrà essere affrontato seriamente – ma quantomeno ci avrebbe risparmiato una figuretta da provincialotti.
Nei casi migliori si dice buona la prima, nel nostro proprio non si può.
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Sergio Gessi
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