Storie in pellicola
“Lei mi parla ancora”: quando l’amore resta
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Avevo recensito su questa stessa testata il bellissimo libro di Giuseppe Sgarbi, Lei mi parla ancora, affascinata da tanta tenerezza e tanto amore e da come si potesse imprimerlo con tale abilità sulle pagine di un libro. Trasformandolo in eterno, come solo la scrittura sa fare.
Oggi l’adattamento cinematografico di Pupi Avati – girato in piena pandemia a Ferrara, Riva del Po, Copparo, Bondeno, Argenta, Ro – ha nuovamente raccontato a tutti, fissandolo ancor di più nell’eternità, quell’amore fra Giuseppe “Nino” e la sua Caterina, “Rina”, un legame indissolubile di quelli che si vedono solo nelle favole. Un amore che va oltre quei 65 anni di vita vissuta insieme, mano nella mano, fra alti e bassi, ma con immensa complicità e garbo. Quel garbo nostalgico dal sapore antico del suo fragile protagonista, rimasto solo. Giuseppe (interpretato da Lino Musella/Renato Pozzetto) ha amato profondamente la sua Rina (Isabella Ragonese/Stefania Sandrelli), e non può smettere nemmeno ora che lei se ne è andata: perché lei gli parla ancora, e lui continua a parlare con lei, soprattutto di notte, a porte chiuse, per non farsi sentire dai figli Elisabetta (Chiara Caselli) e Vittorio (Matteo Carlomagno) e dai domestici. Sarà proprio sua figlia Elisabetta a inventarsi un modo per permettere al padre di parlare ancora “della Rina”, commissionando una raccolta di memorie, racconti e aneddoti a un cinico e impaziente ghostwriter romano, Amicangelo (Fabrizio Gifuni). Dopo un’iniziale diffidenza, Nino si aprirà allo scrittore e insieme, con grande complicità, ritracceranno la grande storia d’amore fra due coniugi che si sono creduti immortali in virtù del “gran bene che si sono sempre voluti”. Tutto a partire dalla lettera/promessa che Rina consegna al suo sposo alla vigilia del matrimonio, con su scritto “Dandoci reciproco e infinito amore saremo immortali”.
Un film che emoziona e commuove, anche se non come le pagine del libro, autentico capolavoro di pensieri, ricordi e sentimenti, nelle parole eterne di un uomo dai valori ottocenteschi. Una dichiarazione d’amore. Ritrovandosi nelle valli, tra la foschia e la nebbia, abbracciati, passeggiando lungo gli argini del fiume e al chiarore della luna. Con la memoria di un tempo che fu, splendido, unico. Quelle perle. Che perle. Quante.
“Finché morte non vi separi è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui”. […]
“E tu, dimmi: perché sei andata via? Così presto, poi. Che fretta c’era? dimmi…
(Giuseppe Sgarbi, Lei mi parla ancora).
Lei mi parla ancora, di Pupi Avati, con Stefania Sandrelli, Isabella Ragonese, Renato Pozzetto, Lino Musella, Fabrizio Gifuni, Italia, 2021, 100 mn.
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Simonetta Sandri
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