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“Un milione di euro, in un solo anno, per diffondere l’ideologia gender. Tanto, di fatto, ha speso la Regione Emilia Romagna finanziando progetti volti formalmente a superare le discriminazioni di genere ma, in realtà, molto spesso capaci di incidere, in modo ideologico, sull’educazione sessuale dei bambini in età scolare. Ovviamente, come prassi della sinistra, senza consultare minimamente le famiglie. Una scelta non consona ad un ente pubblico che dovrebbe mantenere la neutralità su temi sensibili e di grande impatto sociale o perlomeno avere la bontà di consultare le famiglie su questioni educative di primaria importanza”.

Stefano Bargi, consigliere regionale Lega Nord, interviene sulla questione del bando approvato nel 2017 da via Aldo Moro per la presentazione di progetti rivolti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità.

“La spesa complessiva prevista è pari a un milione di euro per progetti da realizzare nel 2018”, spiega Bargi “ma sono gli argomenti che verranno trattati a destare perplessità. Già nel bando, infatti, sono descritti con il lessico e le perifrasi tipiche di chi vuole propinare, in incognito, ai bambini anche delle elementari l’ideologia gender”.

Con riferimento alle giovani generazioni, si parla infatti di “superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato di essere donne e uomini”, di “eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini” e di “cittadinanza di genere”.

“Già 44 progetti sono stati finanziati e il fondo destinato è andato esaurito. Molte attività coinvolgono anche la popolazione in età scolastica in alcuni casi bambini dai 6 ai 9 anni”, aggiunge il consigliere “proponendo modelli alternativi all’unione uomo-donna e alla famiglia tradizionale, con evidenti ripercussioni sull’educazione sessuale impartita agli studenti”.

Con l’interrogazione depositata questa mattina “abbiamo chiesto alla Regione di chiarire la scelta ideologicamente orientata, divisiva, eppure finanziata con soldi pubblici”, conclude Bargi e “di sapere se l’ente non ritenga opportuno, qualora questi progetti vengano rivolti a minori, richiedere anticipatamente ai loro genitori il permesso”.

Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

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