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Srebrenica: un genocidio ormai dimenticato

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11 luglio 2011 - Potocari Bosnia i Herzegovina

Una donna prega. Prega in mezzo ad altre bare, centinaia di altre bare.
Altre donne tra le 520 bare di quell’anno.
Chi c’è in quella bara? Sicuramente un uomo, un padre, un marito, un fratello o un figlio.
L’11 luglio del 1995, tutti gli uomini sopra i 15-16 anni furono radunati e uccisi nell’arco di 48 ore perché “musulmani” dalle truppe serbe entrate in Srebrenica grazie alla noncuranza dei Caschi Blu dell’ONU che abbandonarono al loro destino gli abitanti di quella insanguinata città.

Fu un genocidio. La prima stima fu di 8732 vittime della pulizia etnica compiuta dai serbi.
Ogni anno altri resti vengono trovati occasionalmente al rinvenimento di fosse comuni che i carnefici hanno frammentato prima della ritirata.

Solo grazie al dna sarà possibile dare un nome ai frammenti di ossa che si trovano nelle fosse comuni gli anni successivi alla strage.

La cifra di quelle vittime continua a crescere ogni anno.

Chi ci sarà in quella bara?

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Diego Stellino



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)