Spettacolo, il Fus premia l’Emilia-Romagna “ma non mancano le criticità”
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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna
Ripartizione dei contributi, rapporto dell’Osservatorio regionale. In termini generali l’assegnazione per il 2015 cresce del 2,9%. Mezzetti: “Ma vi sono dei problemi, per esempio quelli relativi all’Ert e al Teatro comunale di Bologna”
Oltre 17.695.000 euro per il 2015 contro i 17.199.000 euro del 2014, con un incremento del 2,9%. Il rapporto dell’Osservatorio regionale dello spettacolo, escludendo la Fondazione lirica di Bologna di cui non sono ancora noti i dati ufficiali definitivi, traccia un quadro dei contributi Fus allo spettacolo dal vivo in Emilia-Romagna nel 2015, registrando un lieve aumento a fronte di un ammontare nazionale rimasto pressoché invariato rispetto all’anno precedente (406 milioni euro), ma con una diversa ripartizione.
Nel dettaglio, la musica (escludendo la Fondazione Lirica di Bologna), ha visto un’assegnazione pari a 9.101.850 euro, con un incremento del 4,3%; il teatro ha 6.004.100 euro di contributi, con un incremento del 2,6%; la danza si vede assegnare 1.753.430 euro, crescendo del 6,3%. Si aggiungono l’ambito multidisciplinare (dove sono confluiti anche soggetti in precedenza finanziati ad altro titolo) e le residenze che in precedenza non erano finanziati.
“Accogliamo positivamente questa ripartizione del Fus, che conferma e sostanzialmente premia molti aspetti del sistema dello spettacolo in Emilia-Romagna – dichiara l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti -, ma non possiamo tacere su alcuni elementi di criticità. Tra questi ne segnalo due in particolare: in primo luogo quello che riguarda la Fondazione Ert, pienamente coinvolta dalla riforma del Fus e per cui noi aspettavamo, nel momento del riconoscimento dello status di Teatro nazionale, venisse premiata l’aggregazione tra due stabili e lo sforzo compiuto per salvare e rilanciare l’Arena del Sole”.
“In secondo luogo – continua l’assessore alla Cultura – mi riferisco al teatro Comunale di Bologna che, pur non rientrando nella riforma, sembrerebbe essere stato penalizzato nella ripartizione delle risorse ministeriali. Uso il condizionale perché a fine novembre ormai non abbiamo avuto ancora alcuna comunicazione ufficiale del contributo statale, e trovo inoltre assai discutibile che nel momento in cui le fondazioni lirico-sinfoniche sono impegnate in un difficile piano di rientro dei deficit da ultimare entro il 31 dicembre 2016, sia proprio lo Stato, che esige rigore dalle fondazioni, a tardare nelle comunicazioni e, come sembra confermato, a venire meno ai propri impegni”.
Col Decreto ministeriale approvato lo scorso anno, «Nuovi criteri per l’erogazione e modalità per la liquidazione e l’anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo unico per lo spettacolo” si introduceva la finalità di favorire i progetti e i processi a carattere innovativo e il ricambio generazionale, di valorizzare creatività e nuovi talenti. Per la prima volta, trattando di musica, teatro e danza, si richiamava la multidisciplinarietà per i Festival, i Circuiti regionali e gli Organismi di programmazione. Tra gli obiettivi strategici, tra l’altro, il riequilibrio territoriale dell’offerta e della domanda, la triennalità nell’assegnazione dei contributi e la differenziazione tra soggetto e progetto.
Il nuovo sistema delle categorie ha portato, tra i principali cambiamenti, oltre al riconoscimento di Emilia Romagna Teatro Fondazione come “Teatro Nazionale”, della Fondazione Teatro Due di Parma come Teatro di Rilevante interesse culturale, di 5 Centri di Produzione teatrale di sperimentazione e teatro per l’infanzia e la gioventù (Ravenna Teatro, Solares Fondazione delle Arti, Accademia Perduta Romagna Teatri, Teatro Gioco Vita, la Baracca e di 13 Imprese di produzione (comprendendo le strutture che operano nella sperimentazione e quelle del teatro per l’infanzia e la gioventù). Ancora il rapporto dell’Osservatorio segnala, nell’ambito multidisciplinare, il riconoscimento di Ater come “Circuito regionale” e del Teatro Duse di Bologna come “organismo di programmazione multidisciplinare”. E ancora c’è il riconoscimento della Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto, come “Centro di produzione”. Tra le innovazioni più rilevanti, il riconoscimento di 10 residenze artistiche, suddivise in sei province dell’Emilia-Romagna.
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