Spettacolo del Teatro dell’Orsa con attori rifugiati in scena a Ferrara
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Da Michele Pascarella
Dopo decine di repliche in tutta Italia, Questo è il mio nome sarà ospite della rassegna La Società a Teatro.
È dedicata a «società, identità, diritti: persone uguali, culture differenti» la X edizione della rassegna La Società a Teatro di Ferrara che mercoledì 15 novembre alle ore 21 ospiterà, negli spazi della Sala Estense, Questo è il mio nome, spettacolo del Teatro dell’Orsa con attori rifugiati del quale Bernardino Bonzani introduce la genesi: «Questo gruppo è nato nel 2015. I nostri attori, insieme a molti altri che frequentavano il laboratorio, erano arrivati da poco e si trovavano nella condizione di “richiedenti asilo”. Allora la memoria degli sbarchi, del grande viaggio dai paesi in guerra attraverso il deserto, l’inferno della Libia e poi le carrette del mare erano ferite aperte».
«“Voi siete felici?” è la prima domanda rivolta al pubblico» spiega Annamaria Gozzi, collaboratrice alla drammaturgia dello spettacolo «E dalla parola, felicità, parte la trama dei racconti. I cinque attori sul palco non danno voce solo alle loro storie, sono portatori narranti di migliaia di altri giovani rifugiati, anche di chi non ha mai toccato il suolo d’Europa. Momenti felici, memorie e canti d’infanzia, amori, paure, sogni di futuro, tutto questo da agganciare a una nuova lingua. Da Mali, Gambia, Costa d’Avorio e Nigeria sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio».
Questo è il mio nome è da circa due anni in tour in tutta Italia. Ha ricevuto, tra l’altro, il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria a Gattatico (RE), è stato selezionato al Festival I Teatri del Sacro 2017 e ha ottenuto l’attenzione di numerosi media nazionali: «Uno spettacolo è vivo se continua a evolversi, ad arricchirsi. Per Questo è il mio nome a ogni rappresentazione modifichiamo battute, proviamo a costruire nuove scene» aggiunge Bernardino Bonzani «Questo accade grazie ai cinque attori che hanno scelto di continuare l’esperienza teatrale inizialmente vissuta come richiedenti asilo. Lo fanno oggi in una veste di lavoro professionale in teatro. Dopo ormai più di tre anni di vita in Italia, ciascuno di loro ha studiato, si è integrato nella lingua, nel lavoro e nelle amicizie».
Conclude Monica Morini, che insieme a Bernardino Bonzani firma ideazione e regia dello spettacolo: «Nell’antico poema omerico, Odisseo sopravvissuto a creature mostruose e naufragi, solo nella terra dei Feaci svelerà il proprio nome e la propria storia. Il teatro è terra di navigatori che riconoscono il sacro dono dell’ospitalità. È il luogo dove si svelano non solo le mappe del sapere ma anche quelle del sentire. I frammenti di vita che si intrecciano sulla scena sono impastati di parole che forse restano fuori dai faldoni custoditi nei tribunali e nelle questure. Chi è l’altro da noi? Come possiamo comprenderlo? Di che grana è fatta la nostra vita e la loro? Come Feaci in ascolto, sono stati migliaia gli spettatori toccati dall’autenticità di questi racconti che abbracciano la vita nella profondità e nella leggerezza. Un’avventura necessaria, in un tempo di muri e pregiudizi, che ha toccato i teatri all’italiana, i Festival, le piazze e le scuole. Dalla Sardegna al Piemonte, dalle Marche al Trentino. E che ancora continua a camminare».
Questo è il mio nome vede in scena gli attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe e Lamin Singhateh.
Al termine dello spettacolo, il pubblico potrà dialogare con attori e registi.
La Sala Estense si trova in Piazza del Municipio a Ferrara.
Informazioni sulla Rassegna: http://www.agiresociale.it/.
Info sulla Compagnia: http://www.teatrodellorsa.com/.
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