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L’Associazione nazionali Comuni italiani – Anci – e il suo presidente, in un recente convegno hanno annunciato, nell’ambito dell’imminente riordino istituzionale, che troppi sono gli oltre ottomila Comuni e che sarebbe opportuno, urgentissimo e politicamente corretto, ridurli partendo da un minimo di popolazione tra i 20/25 mila abitanti per Comune.

La trasformazione del Senato, la modifica del titolo quinto, le funzioni e le competenze concorrenti, lo sconfinamento di ruoli e funzione delle Regioni, le Province ormai spinte ad essere enti di secondo grado e di area vasta, i servizi di pubblica utilità affidati ad aziende municipalizzate e vicine alle parziali privatizzazioni, oltre ad assumere dimensioni più ampie, saranno il nuovo quadro e il cambiamento che si imporrà a breve nella nuova politica dei territori.

La spending review deve passare anche per questi nuovi riassetti istituzionali ed organizzativi della macchina burocratico – amministrativa del nostro paese, e bene fa l’Anci ad assumere questa nuova svolta sugli enti locali.

Se pensiamo che in Piemonte i Comuni sono 1.200 di cui 800 con meno di 1.000 abitanti, e tantissimi di 300 anime, ci domandiamo, come può essere possibile governarli nelle economie di scala, nelle prestazioni ai cittadini, nel farsi rete, e nei raccordi legislativi e programmatici della sua Regione, se così minimali e ormai rivolti al nanismo sia demografico che politico,?

Si governano solo con una loro adeguata dimensione sia territoriale che abitativa e funzionale, negli obiettivi e nei risultati di efficienza, efficacia ed economicità.

Partendo da almeno 20.000 abitanti, e valutando caratteri di contiguità, di prossimità, di altura e di costa, di storia e tradizioni, sicuramente si procederà bene; sarà assicurato un buon grado di governabilità lasciando al Parlamento l’articolato del Disegno di legge, alle Regioni la formulazione degli ambiti, sentite le municipalità, e poi indicendo un referendum per coinvolgere i residenti sui vantaggi e altro.

Il tutto è realizzabile entro due anni, e in questo modo avremo al massimo 3.000 Comuni e non è poco.

Di seguito, abbiamo simulato il quadro del ferrarese ed ecco i nuovi 10 Comuni contro gli attuali 24 e già 26.

Alto ferrarese: 1. Cento 2. Bondeno + Vigarano 3. Mirabello + Sant’ Agostino + Poggio Renatico

Città capoluogo: 4. Ferrara

Medio ferrarese: 5. Argenta 6. Portomaggiore + Voghiera + Masi Torello 7. Copparo + Ro + Berra + Jolanda + Formignana + Tresigallo

Basso ferrarese: 8. Ostellato + Fiscaglia + Lagosanto 9. Comacchio   10. Codigoro + Mesola + Goro

Così ci pare essere funzionale, in questo modo i ferraresi potrebbero anche risparmiare almeno il 10% della spesa corrente, per un totale di 30 milioni di euro.

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Enzo Barboni



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