SPECIALE FE vs FE
Duchesse, cancellare quel senso di abbandono
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Al fine di ragionare su una possibile utilizzazione di questo spazio, indubbiamente carico di storia e di suggestioni, è importante avere bene il mente cosa fosse questo luogo. Come noto il cosiddetto “giardino delle duchesse” fu voluto da Ercole I d’Este e realizzato fra il 1473 ed il 1481, presumibilmente come piccola oasi di pace e di bellezza all’interno del palazzo ducale, di cui era parte integrante. Circondato da un loggiato che lo collegava alla corte, era strutturato come un classico giardino rinascimentale, con alberi da frutto, piante medicinali e siepi di bosso potate secondo forme geometriche, come comandava il gusto dell’epoca.
Quel che rimane di quel luogo è oggi un cortile sconnesso, parzialmente occupato da manufatti del tutto estranei realizzati nel corso dei secoli ed usato fino a pochi anni orsono come deposito a cielo aperto dalle varie attività commerciali che affacciano su piazza Municipale, che ha completamente perduto ogni sia pur vaga reminiscenza dell’originale. Soprattutto si è perso irrimediabilmente il contesto in cui il giardino era inserito, in quanto le profonde modifiche strutturali e di destinazione d’uso degli edifici circostanti, intervenute nel corso dei secoli, hanno cancellato completamente il loggiato originario, di cui rimangono solo vaghe tracce in alcuni muri perimetrali, che facevano parte integrante del palazzo ducale. Quello che ci rimane è quindi un luogo completamente snaturato di cui è impensabile ipotizzare un ripristino. Che farne dunque?
Si tratta in ogni caso di uno spazio privilegiato, centralissimo e, come detto, pur sempre carico di suggestioni. L’uso che se ne è fatto sinora, quale sede improvvisata di mercatini di ogni genere, piste per il ghiaccio e similari non gli rende giustizia e rischia di accentuare, soprattutto quando non viene utilizzato, l’idea di abbandono e di incuria.
E’ invece possibile pensare ad una sua sistemazione che, da un lato, ne migliori l’aspetto, facendone un luogo gradevole con una precisa destinazione d’uso, mentre, dall’altro, possa in qualche modo richiamarne la funzione originaria. Si potrebbe immaginare, ma è solo un esempio, un luogo di ristoro (tipo una caffetteria o qualcuna delle tante variazioni sul tema) che d’estate ospiti la sera spettacoli musicali in acustico, pubbliche letture, ecc. Nell’ambito dei lavori di miglioria, oltre alla collocazioni di adeguati elementi di arredo urbano, si potrebbe pensare di abbattere i corpi di fabbricato che ingombrano una parte consistente dell’area, recuperandone così il più possibile la forma rettangolare. Al fine di rievocarne l’antica destinazione su uno dei muri perimetrali potrebbe poi essere proiettata l’immagine ipotetica, resa al computer, del pergolato originario. Alcuni cartelli che, discretamente, ricordassero la storia del luogo assieme a quella dell’antico palazzo ducale sarebbero altrettanto apprezzabili.
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Raffaele Mosca
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