La frase del titolo è un tautogramma, cioè un componimento, più o meno lungo, nel quale tutte le parole hanno la medesima lettera iniziale
L’ho immaginato pensando alla incapacità di certi politici, che si occupano di scuola, nel definire un orizzonte ideale verso cui tendere; immersi infatti nella palude del presente e con l’alibi di dover uscire dalla crisi, le soluzioni che propongono sono sempre penalizzanti per chi vive la scuola e per chi crede in un altro modello di società.
Per dirla con un altro tautogramma:
Subiscono sacrifici sempre soliti soggetti.
Stanno sottraendo speranze.
Stop! Siamo stanchi.
Sviluppiamo scuola statale!
A mio modo di vedere quel che manca è il buon senso di far riferimento a ciò che di buono è già stato pensato da persone che vivono la scuola (ribadisco: http://adotta.lipscuola.it/) e l’intraprendenza per poter guardare lontano.
Nonostante i cambiamenti, continuano i miei dubbi: certi politici sono davvero incompetenti o scelgono di penalizzare l’istruzione per poter mantenere basse le capacità critiche dei futuri cittadini?
“La seconda che hai detto!” risponderebbe Quelo, pseudoprofeta contemporaneo interpretato da Corrado Guzzanti.
Non trovo in questo presente diffeRENZiato molte differenze rispetto ad un passato nefasto caratterizzato da una caSTELLAna scelta per ricoprire un’alta carica politica.
A questo proposito era il 2010 e al Ministero all’Istruzione c’era Maria Stella Gelmini e alla Presidenza del Consiglio: Silvio Berlusconi. Così in occasione dell’iniziativa “Un panino con Dante”, organizzata dal Coordinamento Lavoratori Precari FLC CGIL con l’appoggio del Coordinamento Istruzione Pubblica di Ferrara ho scritto questo tautogramma immaginando il loro matrimonio.
Storia straordinaria
Sabato sera, sei Settembre: Santa Suellen, sovrano Silvio sposerà Stella scolastica.
Sacerdote: senatore Schifani.
Sessantottini sollecitano sollevazioni.
Signorina Stella, svampita, sorride sospirando seduta sul sofà: si sposerà sul serio?
Subito Stella sospetta: “Se Silvio sogna soltanto Santanchè… sarò soddisfatta?”
Silvio, sposo spensierato, sogna sempre SandroBondi scordando sposalizio.
Sandro, soffrendo solitudine, spoglia sensualmente sette salumieri siciliani.
Stomachevole!
Se sindacalisti scoperchiassero stranezze sessuali sarebbero scioperi sicuri; se studenti sapessero strillerebbero slogan superlativi.
Successivamente studentessa sente Stella, seminuda, sussurrare: “Silvio, sbattimi sulla scuola; sbaciucchiami; sgonfiami; sbungabungami!”
Sollevazioni: studenti sequestrano Stella.
Scorrono settanta secondi, studente serissimo scopre SandroBondi: stava scrivendosi “Silvio: sentimento selvaggio” sul sedere.
Studenti sequestrano Sandro.
Stessi studenti sequestrano Silvio: stava stuprando Samantha (settantasettenne sfiorita), Simonetta (sedicenne sarda), Sigmund (setter supponente), sax (strumento sensuale).
Studenti spediscono sul Senato simili soggetti.
Su!
Studenti strillano sogghignando: “Silvio, Stella, Sandro saltate se siete sinceri!”
Signorina Stella, svelta, scappa singhiozzando: “Senza Silvio sono solo stagione senza senso!”
Sandro scapestrato scivola sul serio. Socmel! Siamo senza Sandro.
Super Silvio, smargiasso, supponendo suolo sorregga sua santa sostanza, si slancia svolazzando.
Sbam! Superficie suolo socialcomunista.
Silvio sbatacchia, sbotta, sbatte…
S.O.S.
Sob, Silvio sopravvive…
Senza sesso? Senza soldi? Senza Schifani? Senza Senato?
Solo, sovrappeso, Silvio si suicida succhiando seicento salsicce suine.
Scoppio sbalorditivo!
Studenti, salutando sua scomparsa, sorseggiano smodatamente spumante.
Salute, saluti, sorrisi.
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Mauro Presini
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