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Da: ufficio stampa Coldiretti

Gnudi, confermato Presidente Regionale pensionati Coldiretti

Aimone Gnudi, classe 1941, è stato riconfermato alla presidenza dell’associazione pensionati di Coldiretti Emilia Romagna, che con 48 mila associati è la maggiore organizzazione regionale di pensionati agricoli. Vice-presidenti sono stati eletti Cesare Garavini e Alberto Sartori.
Imprenditore agricolo con azienda a indirizzo ortofrutticolo a Galliera, in provincia di Bologna, Gnudi è alla guida dei pensionati Coldiretti dal 2008. All’assemblea, Gnudi ha ricordato che “gli anziani in agricoltura sono ancora una risorsa viva e spesso attiva in azienda e sono anche impegnati nel presidio territoriale delle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Un ruolo questo – ha proseguito Gnudi – messo a dura prova in questo momento di crisi economica che gli anziani si trovano ad affrontare con pensioni non superiori a 500 euro al mese”.
Il presidio del territorio che i pensionati del settore agricolo continuano a svolgere – rileva Coldiretti Emilia Romagna – è messo a rischio anche dall’ipotesi di applicazione dell’Imu sui terreni di montagna, dove la maggioranza delle aziende agricole vede impegnate ancora gli anziani. “Se entro il 26 gennaio non verrà cambiato il sistema di applicazione dell’Imu – ha detto Gnudi – ci troveremo di fronte a profonde disparità di applicazione della tassa che provocherà una fuga da collina e montagna, dove si sentono più forti i problemi dell’invecchiamento della popolazione, un fenomeno ormai globale che sta creando forti problemi di servizi agli anziani che interrogano tutto il mondo politico, sociale ed economico”.
Nella sola Emilia Romagna – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – su oltre 4 milioni e 200 mila abitanti, gli anziani con più di 65 anni superano le 950 mila unità (22,6%). “Per questo – ha detto Gnudi – la società rurale, in cui il pensionato resta attivo fino in età avanzata e viene seguito a livello familiare anche quando non è più autosufficiente, dà un forte contributo a ridurre i problemi legati all’assistenza agli anziani. Per questo chiediamo ai pubblici amministratori di valutare l’opportunità di un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità o non autosufficienza”.

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