Da Organizzatori
Il racconto della breve, intensa vita di un giovane morto a 26 anni nel 1948 a Ferrara, dove era nato, è occasione per ripercorrere aspetti poco conosciuti della nostra storia, nel decennio 1938/1948, dalle leggi razziali alla Costituzione ed all’avvio della Repubblica. L’attenzione è portata sul contributo dell’orientamento liberalsocialista nella costruzione dell’esperienza antifascista particolarmente tra i giovani, nell’avvio della Resistenza e delle diverse tendenze che vi si confrontano. Segue – attraverso l’esperienza del giovane, esule in Svizzera e lì internato militare dopo una diserzione che nel suo caso è una vera e propria obiezione di coscienza – un quadro dell’intensa attività culturale e politica presente nel paese, solo, in Europa, risparmiato dalla guerra. Il ritorno del giovane Balboni nel 1945 consente uno sguardo sulla costruzione della democrazia in Italia. Il protagonista del libro intensamente ne è partecipe, in un ritrovato contatto con Aldo Capitini da lui conosciuto e frequentato già prima della guerra. L’impegno nel partito socialista, teso ad un suo profondo rinnovamento, con l’esperienza di assessore comunale, attestano delle speranze, presto deluse, di una diversa, più consapevole e partecipata democrazia nel nostro paese e nella costruzione di una vera federazione europea. In quei pochi anni Silvano sarà il più stretto collaboratore di Capitini nelle più significative iniziative. Animerà a Ferrara un Centro di Orientamento Sociale, particolarmente attivo e diffuso nel territorio. Il COS, promosso nella Perugia liberata da Aldo Capitini fin dal ’44, come libera assemblea di cittadini su argomenti di carattere locale, ma anche di interesse generale, per un’efficace partecipazione e capacità decisionale dal basso, conosce una rapida diffusione, ma un altrettanto rapido declino. Viene pure ripercorso il tentativo di Capitini e Tartaglia di promuovere una profonda riforma religiosa in un paese che ha conosciuto piuttosto la Controriforma. Balboni è riferimento organizzativo e attento segretario nelle diverse iniziative. Così pure lo è nella promozione, principalmente ad opera di Capitini, di un movimento per la pace che abbia a fondamento obiezione di coscienza e nonviolenza. Fondamentale e continua è la sua attività in campo educativo, con le più diverse iniziative: esperto educatore sociale, lo chiama Capitini.
Daniele Lugli (Suzzara, 1941) raccoglie le prime informazioni su Silvano Balboni sui banchi di scuola e in modo determinante a partire dal 1962, quando incontra Aldo Capitini e ne diviene amico e collaboratore. È con lui nella costituzione del Movimento Nonviolento, di cui sarà presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali – argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni – e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente.
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