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“Siamo un Paese immaturo. Puerile scaricare sull’euro la responsabilità della crisi”

Euro si o no? Da tempo l’interrogativo tiene banco sulle pagine dei giornali e infiamma la rete, che si pretende di indiscusso dominio di Beppe Grillo. Ma non è così. Online si trova tutto e il contrario di tutto. Compresa l’essenza della nostra politica “caciarona” tendente al caos e alla schizofrenia. E’ curioso come in Italia i problemi più chiassosi, indipendentemente dal colore politico di chi li affronta, ne nascondano altri maggiormente complessi. Ne è convinto il commercialista Roberto Mazzanti coordinatore del circolo “Fermare il Declino” di Comacchio. “Quanto sta accadendo non è certo colpa dell’Euro, bensì di un Paese che in 20 anni non ha fatto una riforma e oggi si trova a dover pagare gli effetti di un ritardo politico aggravato dalla crisi economica”, spiega.
S’impone una riflessione anche periferica, lontana dalle luci della ribalta, per cercare una via d’uscita dal cul de sac nel quale l’Italia s’è cacciata aggravando lo stato di crisi in cui versa tutto l’occidente. “Non siamo certo noi ad avere le risposte in tasca, ma vogliamo dare un piccolo contributo di partecipazione alla vita politica. Abbiamo deciso di incontrarci la sera di venerdì con chi è interessato all’argomento, lo facciamo senza pregiudizi e senza la presenza di nomi altisonanti – continua – Ci troveremo al Monnalisa Restaurant del Lido degli Scacchi, dove saranno presenti i nostri coordinatori regionali Andrea Babini, Alberto Piovani e Gabriele Galli”.
Per Mazzanti rinnegare l’euro non conduce a nulla e, soprattutto, non cambierebbe le cose. Se non in peggio. “Potremmo anche uscire dall’Europa, tornare alla lira, ma con i nostri conti finiremo con il ritrovarci nelle medesime condizioni dell’Argentina dei momenti peggiori – prosegue – Sarebbe un salto nel buio, perché mai dovremmo correre un rischio così grande? Stampare la lira, magari in eccedenza non farebbe altro che aumentare l’inflazione. Torno a ripetermi, l’euro non è il problema è l’Italia che deve fare le riforme necessarie e poi, eventualmente, decidere della divisa più vantaggiosa”.
Inutile scaricare sull’Europa il declino di un Paese come il nostro, l’Italia al pari delle altre nazioni aderenti alla Ue gode di indipendenza fiscale e gestisce in proprio la spesa pubblica, il capitolo più spinoso della sua storia. La gestione è perlopiù fallimentare, è pertanto comprensibile, ma non per questo è giusto, che la politica, in tutte le sue declinazioni, cerchi di attribuire il problema e le responsabilità ad altri, all’Europa, appunto. Siamo un Paese immaturo. Un Paese con la sindrome di Peter Pan, senza memoria e con un senso analitico della vita politica impudico. “La cosa spiacevole è che le forze politiche si diano un gran da fare per cavalcare la difficoltà del momento e la rabbia della popolazione raccontando cose diverse dal vero – conclude – Si preferisce il caos alla chiarezza, la confusione alla razionalità. Basta pensare al fiscal compact, il patto di bilancio europeo, non è vero come si vuol far credere che ci costi 50 miliardi di euro l’anno. Averlo firmato nel 2012 quando al governo c’era Berlusconi, significa averne condiviso l’obiettivo: mettere cioè equilibrio tra Pil e debito. Più cresce il Pil più diminuisce l’esborso. Oggi si vuole dire il contrario, ma è propaganda”. Girala e voltala, la questione è sempre la stessa: i conti devono tornare. Anche per chi vive a palazzo.

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Monica Forti



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)