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Da: Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta

Come “Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta” siamo a replicare in merito alle dichiarazioni pubbliche del direttore generale AUSL, Claudio Vagnini, che ha affermato “… Cona non fagociterà i più piccoli…”. Ci chiediamo come mai si sia utilizzato il verbo futuro in questa affermazione, dal momento che Cona ha già fagocitato, in gran parte, ‘i piccoli’ (riferendosi alle strutture ospedaliere presenti sulla provincia di Ferrara).
Forse il dott. Vagnini poteva meglio dire “Cona non fagociterà quel che resta dei piccoli”, sarebbe stata sicuramente un’affermazione più vicina alla realtà in cui versa la sanità ferrarese, oltre che una dichiarazione di intenti più credibile. E’ dalla nefasta Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) del giugno 2013 che è in corso un depauperamento generale della sanità ferrarese, dovuto al ‘conacentrismo’, che ha portato notevoli disagi alla popolazione della provincia estense. Non possiamo dubitare delle buone intenzioni del dott. Vagnini, che però crediamo non sia proprio ben informato in merito alla politica sanitaria portata avanti dai suoi predecessori (dott. Paolo Saltari e poi dalla dott.ssa Paola Bardasi, anche se il suo incarico è stato ‘breve’ date le dimissioni anticipate rispetto alla durata dell’incarico) che non hanno guardato in faccia a nessuno, per quanto concerne i tagli lineari apportati al sistema ospedaliero provinciale. Ciò che è avvenuto presso l’ospedale del Delta è un esempio ben calzante di una dissennata politica sanitaria (dal 2001, anno di apertura del nosocomio di Lagosanto): chiusura del reparto di gastroenterologia, chiusura dell’emodinamica (laboratorio cofinanziato dalla Fondazione CARIFE con 75.000 euro), chiusura dell’ambulatorio pediatrico ad accesso diretto, chiusura del reparto di pediatria, chiusura del punto nascita, primariati fondamentali a scavalco come quello della cardiologia che è ‘telecomandata’ da Cento (ovviamente confidiamo nel primariato del dott. Carlo Feo per salvaguardare l’integrità della chirurgia), accorpamento dei reparti nelle piastre per intensità di cura che ha risuonato, tra la cittadinanza, non certamente come un miglioramento del servizio. A nostro avviso il dott. Vagnini dovrebbe focalizzarsi sul recupero dei servizi depauperati al territorio, ed afferenti all’AUSL, sempre se veramente ambisse a far nuovamente erogare servizi sanitari che trovino vero riscontro nel consenso dell’utenza, e non in un mero premio economico di fine anno, oltre al sostanzioso stipendio già percepito, rilasciato dalla Regione a carico della collettività.

Nicola Zagatti – portavoce

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