Enorme, gigantesca solidarietà – e con ferma e vibrante partecipazione (cit.) – alla fantastica studentessa che ha osato scrivere “Ho sentito dire che Lucio Battisti era fascista” in un tema.
La nostra 13enne della Val Bisagno, Liguria, si è beccata un 4 e un giudizio che almeno a me, fa più male del risultato del referendum: “Superficiale. Interviene fuori luogo, in modo ineducato e provocatorio. Accosta cronologicamente il fascismo ai cantautori degli anni 60/70”.
Da me si becca un 5 invece.
Bello rumoroso, anche.
Perché rompere le palle – pure con educazione – è un diritto sacrosanto, soprattutto a quell’età.
Non entrerò nella questione “Battisti/fascio” per un sacco di motivi.
1) Non me ne frega niente.
2) Praticamente non ascolto musica italiana
3) Quindi non ne so niente.
Entrerò però a gamba tesa sul polpaccio di quest’insegnante perché se lo merita e per un sacco di motivi.
1) La nostra eroina ha scritto HO SENTITO DIRE CHE.
2) Superficiale?
3) Fuori luogo?
4) Accosta cronologicamente il fascismo ai cantautori ’60-’70?
In questo caso Mr. Superficialità è decisamente il nostro insegnante trombone.
Superficiale perché sulla questione “Battisti/fascio” ne sa quanto la nostra 13enne.
Il Lucio nazionale su questa cosa è sempre stato – giustamente, secondo me – parecchio nebuloso.
Penso che nessuno sappia quali fossero le idee politiche del Lucio nazionale.
Ma il nostro prof. invece tromboneggia con sicurezza e superficialità, al contrario della nostra povera 13enne che la sparerà anche grossa ma mantiene almeno comunque il sacro tarlo del dubbio.
Adesso io quel tema vorrei leggerlo tutto.
Perchè vorrei davvero sapere come finisce, quel tema.
Perché se poi, per caso, la nostra piccola punk avesse scritto una cosa come “i cantautori italiani degli anni ’60-’70 hanno creato un canone di pigrizia musicale che ha appiattito e narcotizzato il gusto del pubblico italiano” io le offrirei il pacchetto da dieci che probabilmente si fuma di nascosto.
Via col mio pezzo preferito di Battisti.
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